La formazione psichedelica statunitense più sottovalutata degli anni Sessanta. Anche se ingabbiare gli Spirit nell’acid rock tour court è molto riduttivo. Guidati dalla chitarra d’estrazione blues di Randy California (tre mesi spesi assieme a Hendrix nel ’66), dalla batteria jazz di Ed Cassidy (nel suo curriculum collaborazioni con Dexter Gordon, Taj Mahal e Ry Cooder) e dalle tastiere ‘progressive’ di Jay Ferguson (musicista d’estrazione classica, autore della maggior parte dei brani di questo album), con l’omonimo debutto il gruppo mette in mostra una perizia tecnico – esecutiva strabiliante, che si estrinseca in un raffinatissimo gioco sonoro il quale armonizza svisate psych rock chitarristiche (“Girl In Your Eye” e “Uncle Jack”), suite jazzate (“Elijah”) e momenti d’intensa poesia acustica (la classicheggiante “Taurus“, il cui tema ispirerà i Led Zeppelin di “Stairway To Heaven”). Il vinile si ritagliò comunque un piccolo successo, ma era troppo avanti per i tempi ed eccessivamente cervellotico per raggiungere la massa del pubblico. Il connubio rock – jazz – classica verrà perfezionato, spettacolarizzato e dotato di maggior profondità profetico – narrativa dai King Crimson, che non sarà l’unico complesso prog rock britannico ad essere influenzato dalla musica degli Spirit.
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