Alcuni detrattori sostengono che Ray Vaughan sia stato troppo guitar hero, scrivendo brani propri e interpretando cover altrui eccessivamente focalizzato sul momento dei suoi assoli. Il che, in un certo senso, è anche vero. Però bisogna aggiungere una postilla: Stevie è stato il miglior chitarrista blues rock degli anni Ottanta, e uno dei migliori in assoluto, tanto che dei suoi solo di Stratocaster non se ne ha mai abbastanza. Pirotecnico e virtuoso sì, ma dotato anche d’incredibile sensibilità, inventiva e calore, ben lontano dal chitarrista meramente esibizionista. La prova la si trova nell’esordio “Texas Flood” dell’anno prima e, ancor di più, in “Couldn’t Stand The Weather“, dove gli accenti funk della title – track impressionano per bellezza e fantasia, “Stang’s Swang” mostra aromi jazz, la rilettura di “The Things That I Used To Do” (Eddie Jones) scalda il cuore e quella di “Voodoo Child” (Jimi Hendrix) infiamma l’animo. Purtroppo la carriera del musicista texano sarà troppo breve: morirà in un incidente d’elicottero nel 1990, ad appena 35 anni.
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