Se i Cannibal Corpse sono stati gli esponenti più noti del brutal death metal degli anni Novanta, al contrario i Suffocation hanno rappresentato l’ala più tecnica e progressiva del sottogenere. Una grande band, ancor più grande se si pensa che una delle sue migliori opere la registra quando è già reduce da un temporaneo scioglimento. Sin dalle prime note di “Abomination Reborn” ci si può rendere conto che i ragazzi non hanno perso lo smalto e nemmeno la voglia di disintegrare le orecchie di fans e aficionados. Spettacolare l’intro melodico di “Redemption”, uno dei punti più alti del lavoro, semplicemente grandioso l’attacco thrash di “Misconceived”. Alcuni puristi, ai tempi, non approvarono del tutto la produzione di “Suffocation”, probabilmente eccessivamente pulita per un disco death. Ma per una volta è stata una figata sentire in modo così nitido le acrobazie tecnico/brutali di Mike Smith alla batteria e del duo Hobbs/Marchais alle sei corde. Indispensabile, assieme al classico (e più sporco nei suoni) “Pierced From Within” (1995).
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