Un nome bislacco per una band altrettanto bislacca. Con “Radiator“, secondo album per la formazione gallese, si assiste al meeting del pop con l’alternative, che a sua volta fa comunella con una sorta di glam rock alla David Bowie (“Demons”), che successivamente viene trascolorato in un paradossale incrocio tra Frank Zappa e britpop (“Play It Cool”), che infine e piuttosto inaspettatamente frutta una perfetta pop song come “The International Language Of Screaming“. Dopo questo album, i Super Furry Animals scriveranno ancora ottimi dischi, tuttavia l’equilibrio fra orecchiabilità e soluzioni eterodosse non sarà mai così perfetto come in “Radiator”. Senz’ombra di dubbio uno degli episodi più significativi della scena indie di fine anni Novanta.
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