Pesi massimi della scena crossover, i System Of a Down incidono quello che è, dopo l’inarrivabile debutto, il loro lavoro più violento. Solo una semi ballad, ritmi quasi sempre incalzanti ed elevati con Daron Malakian che ha definitivamente preso il comando delle operazioni (non per nulla le parti vocali di Tankian sono diminuite e raramente aggressive). Venderà dieci milioni di copie da solo e, col successore “Hypnotize”, sarà il testamento da studio dei SOAD, che si scioglieranno l’anno seguente salvo poi tornare insieme (solo per dei tour però) per pagare qualche bolletta che i progetti solisti non riusciranno a saldare. Battute a parte, i quattro rimarranno tra i nomi maggiormente importanti di tutto il nuovo Millennio, capaci di innovare la musica pesante come pochi altri dello stesso periodo, facendosi apprezzare da un pubblico immenso e assai generalista.
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