Guidati dal cantante e chitarrista Tom Verlaine, i newyorkesi Television entrano nella storia del rock da subito, con questo straordinario debut album. Quello che distingue “Marquee Moon” dagli altri dischi art rock/new wave coevi, è la capacità di porsi in contatto con la tradizione psichedelica più profonda degli anni Sessanta. In tre quarti d’ora la band stupisce l’ascoltatore con una densità sonora pazzesca, in cui gli scatti nervosi tipici del punk vengono irrorati da massicce dosi d’improvvisazione e da un senso melodico che tramuta i dialoghi delle chitarre di Verlaine e Richard Lloyd in veri e propri gorghi acid rock. Il quartetto riprende certe strutture dei Velvet Underground e le illumina di un feeling meno cupo e disperato, più vicino a certa poetica simbolista. Ma nel loro background non c’è solo il gruppo di Lou Reed e John Cale, tanto che nei quasi 10 minuti della fenomenale title – track le volute chitarristiche raggiungono sentori alla Grateful Dead e Quicksilver Messenger Service, allacciando una relazione (sulla carta quasi impossibile) con la generazione tanto aborrita dai punk di allora. Altri esempi di quest’arte si possono rintracciare nell’arrembante “See No Evil” e nella più lirica “Elevation”, con la ballad “Guiding Light” a far da corollario, ma tutte le 8 tracce brillano intensamente. La libertà armonica di “Marquee Moon” è davvero peculiare, tanto che il lavoro è stato anche definito il primo “punk jam album”. Ispirerà i Sonic Youth.
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