L’atto di fondazione del southern avviene tramite uno dei dischi blues rock più coraggiosi e innovativi di sempre. Ma la statura artistica del complesso dei fratelli Allman supera di gran lunga gli angusti spazi di questo o quel genere. Fra i primi a trasporre l’improvvisazione jazzistica nel mondo del rock, i Nostri hanno saputo reinventare per l’ennesima volta l’universo sonoro scaturito dalle 12 battute del Delta, riportando ‘tutto a casa’ dopo la migrazione avvenuta in terra d’Albione con il movimento del British Blues. L’esordio è già gioia per le orecchie: Duane Allman, il più geniale chitarrista del dopo – Hendrix, padroneggia la tecnica slide come nessun musicista bianco prima d’allora, l’organo e la voce di suo fratello Greg donano un tocco caldissimo a brani come “It’s Not My Cross To Bear” e “Black Hearted Woman”, Dickey Betts è un altro chitarrista portentoso e la sezione ritmica, formata dal basso di Berry Oakley, dalla batteria di Butch Trucks e dalle percussioni di Jai Johanny Johanson, è un prodigio di tecnica e d’inventiva. Il rock e il blues sono ormai un unico flusso sonoro che diventa irrimediabilmente ‘altro’, in particolare nei due capolavori del disco: la lirica e vibrante “Dreams” e l’iperbolica e statuaria “Whipping Post”, che diventerà il grande cavallo di battaglia dell’Allman Brothers Band durante i suoi monumentali live, eventi che imporranno la formazione fra le più importanti jam – band a Stelle e Strisce.
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