Il precedente “Powertrippin’” andò meglio nelle charts, ma è in “Crank” che gli Almighty realizzano il perfetto equilibrio tra impatto devastante e accessibilità per le masse. Siano d’esempio le meravigliose tracce dal nome “Wrench” (uno dei mid tempo heavy più belli e coinvolgenti di tutti gli anni novanta) e “Jonestown Mind”, in cui l’hooligan scozzese Ricky Warwick svetta sopra un muro di distorsione tanto duro quanto esaltante. Anche quando accelera o rallenta, il gruppo non perde un grammo di aggressività, portando alle estreme conseguenze tutto ciò nella lanciatissima “Crank and Deceit”. Non ebbero la fortuna che meritavano, l’essere usciti coi propri lavori migliori nell’epoca di grunge, groove metal e crossover rock è stata davvero una bella sfiga. Questa resta comunque una delle release migliori per apprezzare un heavy tutto sommato classico, unito alla perfezione alle sonorità pesanti che maggiormente andavano nei nineties. Nello stesso anno uscirà anche “Troublegum” dei Therapy?, altro validissimo esempio di quanto appena esposto.
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