L’affresco più policromo del quartetto inglese, oltre “London Calling” dell’anno precedente. Forse si smarrisce, a volte, il senso d’insieme, eppure “Sandinista!” funziona a meraviglia, nel suo assommare gran parte delle musiche del Novecento, facendo coesisteste al suo interno mille segni diversi, talvolta addirittura contraddittori. Lo Strimpellatore e i suoi compagni di banda non sono diventati dei virtuosi, affatto. Ma sfruttano al meglio lo studio di registrazione, e hanno le antenne ben dritte a captare qualsiasi segnale provenga dalla musica popolare di quei tempi, arrivando a plasmare una sorta di rap dal ritmo irresistibile come “The Magnificent Seven”, posto in apertura del triplo LP. Si spazia dalle ultime scorie del punk al rock classico, dal rhythm & blues al reggae alle suggestioni latinoamericane, nel tentativo di non eludere neppure un frammento del sound globale. “Sandinista!”, politicamente esplicito fin dal titolo, rimarrà il loro ultimo, grande album, quasi privo di punti deboli.
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