Difficile isolare il momento più felice dei Cult, band guidata dal carisma sciamanico del cantante Ian Astbury e abile nel mediare fra parecchie e disparate influenze. Tuttavia la scelta cade quasi sempre, e inevitabilmente, su “Love“, non solo il disco più celebre del complesso, ma anche quello più a fuoco dell’intera carriera. Qui le radici post – punk/dark del quintetto si amalgamano alla perfezione con il recupero di un hard rock tonante, di matrice Seventies eppure non scevro da soluzioni più moderne: in “She Sells Sanctuary” la chitarra Billy Duffy assume tratti epici in odore di U2, di contro “Nirvana” e “Rain” conoscono la strada per introdurre il passo dell’arena rock in avvolgenti atmosfere gothic. Cori e ritornelli perfetti, riff memorabili, assoli appassionati e una produzione all’altezza fanno il resto per rendere “Love” un classico senza tempo.
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