I Feelies sono responsabili di uno dei debut – album cardine per la scena new wave americana. Il titolo dice tutto: racchiuse in un involucro abilmente power pop, le nove composizioni di “Crazy Rhythms” spezzettano nevrosi post – punk con l’ausilio di contorti dialoghi fra chitarre, linee di basso imprevedibili, canto sbilenco e incredibili pattern di batteria, che nell’opener “The Boy with the Perpetual Nervousness” rasentano il paradosso fra quella che rimane una musica comunicativa e la tendenza a complicare irrimediabilmente semplici melodie con un affastellamento di ritmi intricatissimi. Principalmente, la loro idea è quella di rileggere tipico folk rock degli anni Sessanta con un approccio punk, unendo i limpidi accordi dei Byrds con lo strimpellio psichedelico dei Velvet Underground: un’operazione che solo dopo il ’77 è stato possibile compiere. Il gruppo riesce in pieno nell’impresa, e “Crazy Rhythms” rimarrà il loro disco più significativo, oltre a rivelarsi serbatoio d’idee per band come R.E.M., Smiths e persino Strokes.
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