La base rimane il folk acido e multicolore del precedente “The 5000 Spirits Or The Layers Of The Onion”, ma qui c’è più coesione e l’affresco mistico – magico è ancor più fascinoso, tanto che “La bella figlia del boia” è considerato il capolavoro dell’Incredible String. La formazione scozzese indugia un po’ meno verso l’esotismo e si concentra sui miti pagani della propria terra. Un ritorno alle radici, che nei 13 minuti di “A Very Cellular Song” divengono cosmiche.
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