Al di là di una certa ingenuità di fondo, le Slits sono state fra le prime band al femminile davvero importanti, in grado di dimostrare al mondo del rock che un gruppo può essere fondato e gestito esclusivamente da ragazze (il batterista Budgie arriverà successivamente), in una sorta di “Do it yourself” di genere. Oltre a questo, l’esordio di Ari Up, Viv Albertine e Tessa Pollitt è uno dei dischi più divertenti del post – punk tutto, un modo alternativo di declinare il funk in ottica bianca; se quello dei Gang Of Four è squadrato e geometrico, mentre la lettura del Pop Group è aspra e dissonante, per le Slits di tratta di coagulare passaggi tribali e filastrocche pop in qualcosa di provocatorio (vedi la copertina) ma sempre in grado d’intrattenere l’orecchio dell’ascoltatore con suoni bizzarri e inusuali. A guardarlo oggi, un antenato di molto indie rock contemporaneo.
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