Più che il pretenzioso (e presuntuoso) album successivo, “Masterpiece”, è questo il vero capolavoro del periodo psichedelico dei Temptations. Nonostante sia un’opera principalmente costruita attorno all’immortale “Papa Was A Rollin’ Stone”, figurano comunque ottimi brani che vanno dal romanticismo di “I Ain’t Got Nothin'” alla critica sociale di “Run Charlie Run”. Certo, inutile girarci attorno, “All Directions” è un classico del soul soprattutto per quel pezzo, che in quasi 12 minuti costruisce la più grande vertigine psycho – soul che mente umana abbia mai concepito. Forte di un’introduzione strumentale di quasi 4 minuti, “Papa Was A Rollin’ Stone” si sviluppa sinuosa su di un unico accordo costituito da una cellula di sole tre note: al basso ed all’hi-hat della batteria è affidata la pulsazione funky iniziale, che viene via via ripresa dagli altri strumenti, compresi archi e fiati intenti a tracciare vellutati e misteriosi arazzi sonori. La tensione ipnotica non si placa neppure con l’arrivo delle voci del quintetto, qui alla loro prova suprema (brillantemente superata). Anche se tutte le altre canzoni fossero scarti (ma non lo sono), “All Directions” rimarrebbe comunque un disco essenziale della black music.
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