The White Stripes – Elephant

Si tratta del disco della consacrazione assoluta per i White Stripes. Vende quanto il predecessore, ma impone l’immagine del duo a un pubblico ancora più largo, grazie soprattutto a una manciata di singoli azzeccati. Fra cui spicca “Seven Nation Army“, sul cui riff portante verrà creato il coro che celebrerà l’Italia campione ai Mondiali di Calcio del 2006. “Elephant” non è solo questo: è l’opera più equilibrata di Jack e Meg, in cui l’irruenza di “White Blood Cells” s’accompagna ad un respiro blues ancor più profondo e arcaico. Qui la band è colta al massimo delle proprie potenzialità, leader ormai incontrastata del neo garage degli anni Zero. E, proprio nell’epoca del dilagare dell’elettronica in ogni campo della vita quotidiana, il disco viene curiosamente scritto, registrato e prodotto senza il benché minimo supporto del computer. Rifiuto della realtà, tecnofobia galoppante o semplice scelta controcorrente? Sia quel che sia, per il tipo di musica proposta il sound ci guadagna, e parecchio.

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