“Fear Inoculum” ha portato una ventata di ottimismo nell’era degli ascolti usa e getta delle playlist di Spotify, e ha fatto fermare il mondo per almeno novanta minuti, scatenando nelle settimane e nei mesi successivi un profluvio di recensioni, commenti e opinioni più o meno a fuoco e blasonati. Il quinto album di Maynard Keenan e soci, arrivato a ben 13 anni da “10,000 Days”, è finito in vetta alle classifiche di mezzo mondo, e si è aggiudicato un Grammy Award come Best Metal Performance con la formidabile “7empest”. La concorrenza spietata di “Fear Inoculum” ha portato anche molti artisti (vedi Bon Iver) ad anticipare o posticipare la pubblicazione dei propri lavori, e soprattutto, come anticipato qualche riga sopra, ha riportato il nome dei Tool sulla bocca davvero di tutti, complice l’arrivo sulle piattaforme di streaming principali non solo dell’ultima fatica dei Nostri, ma anche per la prima volta di tutto il catalogo della storica formazione.
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