Vampire Rodents – Lullaby Land

Questa terza emissione dei Vampire Rodents viene spesso etichettata come industrial, ma si tratta di una definizione davvero limitativa per quello che può esser tranquillamente definito come uno dei dischi più creativi degli interi anni Novanta. Il trio di Phoenix mira qui alla creazione di una “musica totale”, sicuramente memore delle manipolazioni sonore di act come Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire, ma altrettanto conscia del jazz/rock semi anarchico di Frank Zappa, degli esperimenti tribal/psichedelici dei Red Crayola, della classica contemporanea, dei pastiche sonici dei Residents, dell’hard rock e del pop, del funk e della dance, e persino delle ultime tendenze in ambito techno, house e derivati. Basi ritmiche martellanti vengono spesso usate come presupposto per allestire brevi siaprietti in cui viene montato tutto e il suo contrario, in un miscuglio scientificamente dosato che risulta esser arricchente sia dal punto di vista emotivo sia da quello ‘culturale’. In “Lullaby Land” sono presenti 21 frammenti di arte allo stato puro, nessuno dei quali superfluo, ognuno stordente per la bellezza che riesce a dispensare. Un ascolto ostico, ma terribilmente gratificante.

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