Van Halen – 5150

Dopo la separazione dallo storico frontman David Lee Roth, in molti credevano che la band di Eddie e Alex avrebbe subito un inevitabile calo di fortuna e ispirazione. Se da un lato lo stile del gruppo si mosse maggiormente in direzione di sonorità più commerciali e l’hard rock venne lentamente accantonato (anche se “Get Up” è velocissima, persino più di “Hot For Teacher”), l’arrivo del nuovo cantante Sammy Hagar consentì a Eddie di testare nuovi stili e di esprimersi liberamente alle tastiere (“Why Can’t This Be Love” e “Dreams” gli episodi meglio riusciti), specialmente dal vivo dato che il singer provvedeva personalmente alle parti di chitarra del leader ove necessario. “5150” raggiunse il primo posto su Billboard, traguardo che il precedente “1984” non ottenne, ma complessivamente vendette meno del predecessore (piazzando comunque 7 milioni di copie sul mercato, mica bruscolini).  È sentire comune riassumere l’era Hagar dei VH dicendo che Ed trovò un cantante tecnicamente migliore in un frontman meno istrionico e creativo di David. Riassunto efficace, tuttavia “5150” rimane un lavoro fresco e godibilissimo anche dopo anni dall’uscita.

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