E’ con il secondo album che Vasco diventa Vasco, icona assoluta del rock Made in Italy (se questo sia un bene o un male, decidetelo voi). Mentre l’esordio “…Ma cosa vuoi che sia una canzone…” (1978) era ancora troppo tradizionale negli arrangiamenti e persino nei testi, con “Non siamo mica gli americani” il rocker di Zocca diventa, come lui stesso si definisce, ‘ProvocAutore‘, mettendo in fila una serie di canzoni che, seppur non rompendo del tutto con la tradizione cantautorale, dimostrano una vena lirica particolarissima, che nel funky – rock di “Fegato, fegato spappolato” raggiunge un’insolenza mutuata direttamente dal punk (e non a caso, alla fine, c’è la citazione di “God Save The Queen” dei Sex Pistols), mentre in “La Strega” le chitarre alzano il volume. C’è anche l’allucinata recitazione della canzone che dà il nome al disco, oltre a quello che nel corso degli anni diventerà uno dei classici assoluti dell’ex DJ delle radio libere, “Albachiara“, bandiera del Vasco più romantico e meno dissacrante.
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