Con “Terminal Redux”, il terzo full-length in carriera, i Vektor conquistano l’attenzione globale puntando i riflettori su un genere tanto fuori moda quanto (oggi) stantio, ovvero il thrash metal. Pur rimanendo fedeli alla linea ottantiana dei loro primi lavori e all’amore viscerale e sempre poco celato per i Voivod, la formazione guidata da David DiSanto riesce a far risaltare una solida personalità costruita in anni di esperienza e di pratica. Interessante anche il concept attorno al quale ruota l’intera release, ovvero la storia fantascientifica di un astronauta alle prese con l’immortalità e il potere assoluto (un tema che, a dirla tutta, nel 2016 ha affascinato molte band, compresi gli Avenged Sevenfold di “The Stage”).
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