Considerati nei primi anni Ottanta come una purissima entità di heavy metal classico, al punto di aprire i concerti per i Manowar ricevendo l’approvazione di DeMaio e compagni, i Virgin Steele ebbero con “Age Of Consent” una valanga di problemi a livello promozionale e distributivo. Tuttavia l’album in questione è uno dei migliori (se non il migliore in assoluto) mai incisi da David DeFeis, Ed Pursino e soci, quando ancora le derive sinfoniche e teatrali erano lontane dal materializzarsi. “On the Wings of the Night”, “Seventeen” e “Chains of Fire” sono fucilate incisive e irresistibili, heavy ai confini del power americano, mentre la successiva “The Burning Of Rome” è probabilmente la loro canzone più apprezzata e conosciuta, con DeFeis sugli scudi grazie a un’interpretazione vocale eccellente. Difficile trovare un momento morto o poco coinvolgente in una release praticamente inattaccabile e solidissima.
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