David Coverdale fonda i Whitesnake nel 1978, reduce della diaspora dei da poco sciolti Deep Purple, grazie ai quali aveva conquistato la celebrità mondiale nel 1974, meraviglioso sostituto di Ian Gillan sull’altrettanto meraviglioso “Burn”. La band del serpente bianco non ha nessuna velleità progressiva o innovativa, vuole semplicemente dedicarsi ad un hard rock dalle fortissime connnotazioni blues, del più caldo e passionale possibile. Escono così dischi importanti come “Ready An’ Willing” (1980) e “Come An’ Get It” (1981), di buon successo in patria ma non altrettanto fortunati negli Stati Uniti. Nel corso degli Ottanta, però, Coverdale e compagni mettono a punto un rock duro dalle influenze smaccatamente melodiche e decisamente più radio – friendly, sino a giungere con quest’album omonimo alla conquista del mercato d’oltreoceano. Grazie ai singoli “Still Of The Night” (dall’andamento zeppeliniano), “Crying In The Rain ’87” e “Here I Go Again ’87” (rifacimenti degli omonimi brani presenti nell’LP “Saints & Sinners” del 1982), “Whitesnake” arriva secondo nella classifica statunitense, diventando addirittura ottuplice platino. L’impressione è quella di un lavoro impeccabile sotto il profilo formale e curato in ogni dettaglio, eppure più ‘freddo’ rispetto ai predecessori. Ciononostante rimane, e di gran lunga, la pubblicazione più celebre del complesso britannico.
Categorie
- Anniversari (74)
- Classifiche (61)
- Migliori Album (2.316)
- Storia della Musica (60)
- Underrated (11)