Nel loro sesto studio album i Within The Ruins provano ad andare oltre i confini del deathcore canonico, contaminando la proposta con richiami al metal classico, dissonanze ed estremizzazioni delle partiture (a volte i richiami al sound di un videogioco 8 bit sono totali) e una forma canzone che non sempre segue il canonico copione. Il risultato è uno dei dischi più interessanti usciti in campo djent e prog-core dell’ultimo decennio. Occhio ad ascoltarlo tutto di fila se soffrite di mal di testa cronici.
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