Negli anni Ottanta le strade dei tre grandi del progressive inglese degli anni Settanta divergeranno. I nuovi King Crimson si daranno ancor più alla sperimentazione, aggiornando il proprio sound radicalmente, mentre i Genesis, orfani di Peter Gabriel e ora sotto la guida di Phil Collins, si abbandoneranno totalmente all’easy listening radiofonico. Dal canto loro, gli Yes manterranno una strada mediana: anche loro si apriranno alla new wave e a soluzioni più lineari, mantenendo però un certo tratto distintivo. Del nuovo corso, il reperto migliore rimane “90125“, aperto dall’incredibile “Owner Of A Lonely Heart“, in cui l’incipit affidato ad un chiaro riff hard rock di matrice Seventies si dilegua in uno sviluppo dominato dal suono prossimo al techno pop delle tastiere e dalla voce quasi in falsetto di Jon Anderson. Ma tutti i brani del disco sono di ottima fattura, e i sostituti di Bill Bruford, Rick Wakeman e Steve Howe, rispettivamente Alan White, Tony Kaye e Trevor Rabin, si dimostrano all’altezza del compito. “90125” sarà anche l’album degli Yes più venduto negli Stati Uniti, triplo platino.
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