Il segreto per comprendere “Devil Is Fine” è contestualizzarlo. Basta immaginare quindi che cosa sarebbe successo durante, o meglio, che colonna sonora avrebbe avuto, un’ipotetica ribellione di schiavi afroamericani nell’America pre-Guerra di Secessione contro i padroni cristiani se avessero deciso di votarsi a Satana per perpetrarla con successo. Ecco spiegata la commistione tra gospel e black metal nata dalla mente contorta di Manuel Gagneux, artista che si cela sotto lo pseudonimo di Zeal & Ardor, per quanto un lavoro del genere possa essere effettivamente spiegato a parole. La sperimentazione e la dissacrazione più folle sono di casa in “Devil Is Fine”, che concede solo pochissimi intermezzi dal sapore elettronico per riprendere il fiato, o per spiazzare ancora di più. Il risultato finale è un’opera evocativa e inquietante, impossibile da ascrivere a qualsiasi genere, e per questo motivo di un fascino inafferrabile.
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