Dopo il parziale azzardo di “Miserere” (1992), con “Spirito DiVino” Zucchero ritorna alle sue più tipiche atmosfere, sfogando senza inibizioni tutto l’amore che prova per blues e affini. Il piano rhythm and blues/stride che introduce l’apripista “Voodoo Voodoo” e le punteggiature di fiati non lasciano dubbi sulla direzione che seguirà il resto del disco. La scalpitante “Datemi una pompa” e la fulminante e ritmicamente potentissima “X colpa di chi?” sono i momenti più accesi e solari del lavoro, che altrove ritrova il lirismo dei tempi migliori in “Pane e sale” (scritta da De Gregori) e “Così celeste”. Registrato fra New Orleans e Los Angeles, “Spirito DiVino” vede la partecipazione di un’impressionante serie di ospiti, da Jeff Beck a Stewart Copeland, da Clarence Clemons a Lisa Hunt, passando per Steve Smith, già batterista dei Journey, e Johnnie Johnson, storico pianista di Chuck Berry. Il successo è enorme: sarà il disco più venduto in Italia a fine anno. “Spirito DiVino” sarà anche l’ultimo grande album di Zucchero per un bel po’ di tempo: il Nostro, infatti, vedrà calare la sua fama per oltre un decennio, periodo in cui le sue emissioni si faranno più incerte e sfocate, sino all’inatteso ritorno di fiamma, artistico e commerciale, del recente “Chocabeck” (2010).
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