Come negli anni precedenti, anche nel 2019 la costante globale è stata l’instabilità, sia politica, che economica e sociale. L’ISIS ridimensiona il suo impatto mediatico riducendo ulteriormente il numero di attentati e la loro portata, nonostante la situazione rimanga più che esplosiva in Medio Oriente (soprattutto in Siria).
Anche l’estremo est non se la vede bene, complici i delicatissimi equilibri commerciali (e non solo) tra Corea del Nord, Hong Kong e Giappone, così come il Sud America e l’Africa del Sud, vittime di ribellioni, attentati e colpi di stato praticamente all’ordine del giorno. Il 24 settembre viene avviato ufficialmente un iter di impeachment contro il presidente Donald Trump, che rimane sempre protagonista in negativo della politica degli States e internazionale, mentre in UK, oltre all’arrivo del nuovo premier Boris Johnson, continuano le trattative (e le polemiche) per l’effettiva entrata in vigore della Brexit.
In Italia, dopo un’estate a dir poco rovente, il governo Conte II si costituisce il 5 settembre, originandosi da una coalizione scaturita da un accordo tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali.
Il personaggio politico dell’anno però è senza dubbio Matteo Salvini, ormai ex ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, soprattutto per la sua attività sui social e per le vicende legate agli sbarchi degli immigrati, in particolar modo la “crociata” contro la Sea-Watch 3 e il suo capitano, Carola Rackete.
La Terra trema e brucia, non solo da un punto di vista metaforico. Tra le catastrofi che hanno colpito il globo nel corso degli ultimi mesi, ricordiamo il grave incendio che ha devastato la cattedrale di Notre-Dame di Parigi, provocandone il crollo del tetto e della guglia, i terribili roghi in Amazzonia e in Australia, e un forte terremoto in Albania, che ha causato 51 morti, più di 2000 feriti e danni ingenti al patrimonio edilizio e storico-culturale. Rimanendo in casa, non possiamo non segnalare l’acqua alta da record che ha rischiato seriamente di danneggiare in modo permanente la città di Venezia.
Anche nel 2019 ci hanno lasciato molti protagonisti della politica, della scienza, dello spettacolo e dello sport nazionale e internazionale. Emiliano Sala, Karl Lagerfeld, Keith Flint, Luke Perry, Niki Lauda, Andre Matos, Franco Zeffirelli, Andrea Camilleri, Luciano De Crescenzo, Rutger Hauer, Nadia Toffa, Ric Ocasek, Sid Haig, Giorgio Squinzi, Ginger Baker, Beppe Bigazzi, Fred Bongusto, Marie Fredriksson, Emanuel Ungaro sono solo una manciata delle personalità illustri scomparse.
Ma come sempre, le pessime notizie sono bilanciate da qualche buona nuova. Il 10 aprile 2019 viene mostrata la prima immagine di un buco nero, denominato M87, grazie ai dati dell’Event Horizon Telescope.
La teenager paladina dell’ambiente, Greta Thunberg, diventa il simbolo della sensibilizzazione nei confronti delle problematiche del Pianeta, soprattutto in seguito allo sciopero globale del clima tenutosi il 27 settembre in diverse città del mondo. Inoltre, la Finlandia elegge un governo a maggioranza femminile, guidato per l’appunto da una premier donna, la 34enne Sanna Marin.
Parlando di musica, il 2019 è stato un anno di importanti conferme e clamorosi ritorni, ma soprattutto un periodo storico in cui il grande rock è tornato a far sentire la propria voce (e a far fermare un mondo ormai reso disattento e superficiale dagli ascolti distratti da playlist) grazie ai nuovi dischi di Tool, Slipknot, Rammstein, Korn, Bruce Springsteen, Bryan Adams, The Who, Pixies, Nick Cave, Black Keys, The National, Thom Yorke, The Raconteurs, Mark Lanegan, Liam e Noel Gallagher, The Darkness, Alter Bridge, Dream Theater, Bring Me the Horizon (anche se a dirla tutta il rock e il metal non sono più il focus principale dei Nostri), Blink 182 e i nostrani Lacuna Coil e Linea 77.
Indicativo il fatto a tal proposito che il rapporto IFPI annuale abbia indicato rock e pop come i generi più ascoltati nel mondo del 2019.
E infatti, se il 2018 è stato l’anno della trap, il 2019 è stato l’anno in cui il genere più amato dagli adolescenti del mondo ha iniziato il suo graduale declino, pur vantando ancora qualche record importante. I migliori album trap e hip hop dell’anno portano la firma di Post Malone, Tyler the Creator, Kanye West, Anderson Paak, Stormzy, Young Thug, Little Thief, Lizzo.
Il pop internazionale non vede cedimenti e anzi continua a dettare legge sfornando talenti virali (leggi alla voce Billie Eilish) e inanellando una serie di successi targati Ariana Grande, Charli XCX, Harry Styles, Miley Cyrus, Taylor Swift, Lana Del Rey, Alice Merton, James Blake, Solange, P!nk, FKA Twigs e molti altri.
In Italia, il 2019 è stato senza alcun dubbio l’anno di Ultimo, paladino di un cantautorato fresco ma al contempo impegnato, in grado non solo di tenere testa a nomi colossali del genere (impossibile non citare il ritorno di Tiziano Ferro), ma anche di invertire tendenze e gusti tra i più giovani (vedi il declino della trap di cui si parlava qualche riga sopra, in favore non solo del cantautorato, ma anche della riscoperta di sonorità pop rock e rap hardcore).
Oltre a Ultimo e Ferro, i dischi che hanno segnato il 2019 nostrano sono stati soprattutto quelli di Achille Lauro, Coma_Cose, Emma Marrone, Liberato, Mahmood, Niccolò Fabi, Massimo Pericolo, Marracash, Ligabue, Coez, Franco 126, Myss Keta, Fabrizio Moro, Francesco Renga, Daniele Silvestri, Vinicio Capossela, Gue Pequeno, Levante, Tha Supreme, Gianna Nannini, Zucchero.
Il festival di Sanremo resiste immortale al passare del tempo. La sessantanovesima edizione della kermesse si è svolta dal 5 al 9 febbraio 2019, condotta per il secondo anno consecutivo da Claudio Baglioni, che ne è stato anche direttore artistico, affiancato nella conduzione da Claudio Bisio e Virginia Raffaele. Il Festival è stato vinto da Mahmood con il brano “Soldi”. Il viale del tramonto dei talent musicali è nel mentre sempre più buio, tanto che per le ultime edizioni di The Voice e X Factor si ricorderanno di certo più le scelte volutamente azzardate di alcuni giudici (rispettivamente Gigi D’Alessio, Morgan, Gué Pequeno, Elettra Lamborghini e Mara Maionchi, Samuel, Sfera Ebbasta, Malika Ayane) che i concorrenti in gara e i vincitori.
Sul fronte live, anche nel 2019 i grandi festival open air l’hanno fatta da padrone in termini di numeri. Firenze Rocks, ma anche Milano Rocks, Rock the Castle, Bologna e Stupinigi Sonic Park hanno raccolto decine di migliaia di spettatori per i concerti di pezzi da novanta della musica internazionale (ma anche nazionale) come Tool, Ed Sheeran (due stadi e una data da headliner alla Visarno), Cure, Eddie Vedder, Twenty One Pilots, Florence + The Machine, Dream Theater, Slash, Slayer, Slipknot, Afterhours, Greta Van Fleet, Skunk Anansie e Muse (tre stadi).
L’evento dell’anno in suolo italico è stata però la festa itinerante del Jova Beach Party, che ha spopolato sulle principali spiagge durante tutta l’estate, per poi concludersi a settembre nell’infinito spazio messo a disposizione dall’aeroporto di Linate. Senza dimenticare la data singola dei Metallica all’Ippodromo di Milano, che nonostante la pioggia battente ha conquistato il record di presenze di sempre per Hetfield e compagni nel nostro Paese, e degli Imagine Dragons, che si sono riconfermati dopo il sold out del 2018 a Milano Rocks.
Come sempre, Vasco Rossi ha spadroneggiato negli stadi (con sei San Siro di fila, senza contare le altre città), ma anche il sopracitato Ultimo all’Olimpico di Roma (e il prossimo anno si replicherà con ben 14 date negli stadi di tutta Italia), Laura Pausini e Biagio Antonacci insieme negli stadi e i tour indoor di Marco Mengoni, Calcutta, Negramaro, Eros Ramazzotti, Salmo, Thegiornalisti, Manuel Agnelli, Negrita. Da citare anche le date di Shawn Mendes, Anderson Paak, Mumford & Sons, Mark Knopfler, Backstreet Boys, Lenny Kravitz, Elton John, Phil Collins, Def Leppard, Kiss, Muse, Sting, Mika e Alter Bridge.