Il miracolo economico italiano inizia ad andare in crisi. Ed in crisi precipita anche il primo governo di centrosinistra del dopoguerra, tanto che Fanfani rassegna le dimissioni e viene rimpiazzato quale primo ministro prima da Giovanni Leone e successivamente da Aldo Moro, due politici che segneranno pesantemente gli anni Settanta. I nodi irrisolti sono l’attuazione delle regioni e la riforma urbanistica.
Ma il 1963 italiano è segnato soprattutto dalla tragedia del crollo della diga del Vajont: il 10 ottobre sette paesi delle provincie di Belluno e Udine, Casso, Erto, Pirago, Villanuova, Rivalta, Faè e Longarone vengono interamente distrutti e 1989 persone vengono uccise da quello che è un vero e proprio tsunami terrestre. I responsabili verranno individuati ma nel processo del 1969 quasi nessuno pagò; ad alcuni iniziava ad essere chiaro quale fosse la vera Italia che stava emergendo dal dopoguerra.
Anche a livello internazionale furono due morti gli eventi di maggior rilevanza; quella di Papa Giovanni XXIII, fra i pontefici più amati di sempre nonché iniziatore del Concilio Ecumenico Vaticano II l’anno precedente, e l’assassinio del presidente degli USA John Fitzgerald Kennedy avvenuto a Dallas il 22 novembre; entrambi erano divenuti simboli di rinnovamento per il mondo di allora.
Il Sanremo di quell’anno è vinto dalla coppia formata da Tony Renis ed Emilio Pericoli con la canzone “Uno per tutte“, brano che non lascerà nessuna traccia nella musica italiana.
Le novità in ambito musicale vengono tutte dall’estero, dall’Inghilterra per la precisione. I Beatles pubblicano i loro primi LP, ed in Europa il successo è subito clamoroso; per l’America dovranno aspettare l’anno successivo, ma dal 1964 la British Invasion sarà un fenomeno globale, con corollario di isterismi giovanili e tutto il resto.
Il ’63 è anche l’anno dei primi 45 giri dei Rolling Stones, ancora acerbi e dediti prevalentemente a cover dei grandi bluesman storici, ma anche per loro basterà un anno per svoltare definitivamente in un fenomeno colossale. Il nuovo rock made in Uk sommergerà il vecchio rock, più selvaggio ma meno pesante nei suoi (il celebre ‘wall of sound‘ creato da Phil Spector), il pop tradizionale e il jazz easy listening alla Frank Sinatra, che vivono gli ultimi sussulti di splendore commerciale.
Se il Vecchio Continente è già ostaggio del morbo dei Fab Four e co., oltreoceano il surf rock vive il suo momento migliore, Bob Dylan e Joan Baez diventano i paladini dei movimenti per i diritti civili e della prima controcultura, e le prime garage band iniziano a pubblicare i primi singoli di un certo rilievo.
Un movimento, quest’ultimo, che nel corso del decennio dilagherà e sarà di fondamentale importanza per la nascita dell’acid rock (rock psichedelico in Europa) e per lo sviluppo della ‘musica giovane’ in qualcosa di più complesso e persino sperimentale.