L’anno che fa da spartiacque fra la prima e la seconda metà dei Sessanta vede una nuova ripresa economica per l’Italia, anche se la situazione politica si fa sempre più opaca e intricata, soprattutto per quanto riguarda il contrasto fra le varie anime della sinistra. In ogni caso, nel nostro paese non si segnalano gravi contrasti a livello istituzionale.
Quello che si modifica sempre più velocemente è la società italiana nel suo complesso, e sono soprattutto i comportamenti giovanili ad iniziare a destare sospetto e preoccupazione in gran parte dell’opinione pubblica. Comportamenti che, in ultima analisi, sono solo le propaggini di un movimento più esteso, e manifestatosi in prima istanza negli Stati Uniti e in Inghilterra, che nel giro di due – tre anni sfocerà in quella ‘rivoluzione’ del costume che fu il Sessantotto.
Gli USA sono nell’occhio del ciclone per tanti motivi: per l’intensificarsi della guerra in Vietnam, che vede una crescente opposizione montare nei college di tutta la nazione; per i primi movimenti hippie che vogliono andar contro il modello sociale capitalistico – consumistico; ed infine per le terribili tensioni razziali che sfociano nell’uccisione del leader nero Malcom X e nella rivolta avvenuta nella cittadina di Watts, sobborgo di Los Angeles abitato da afroamericani, che verrà repressa con il sangue dalla polizia.
La musica raccoglie gli impulsi provenienti da tutti questi sconvolgimenti e si trasforma sempre più rapidamente.
Sanremo è vinto da Bobby Solo, che canta il brano “Se piangi se ridi” in coppia con il gruppo folk americano “The New Christy Ministrels”, ma gli avvenimenti più importanti sono i primi concerti che i Beatles e gli Who tengono a Milano, fra le prime occasioni per il pubblico italiano di accostarsi al nuovo rock d’oltremanica non solo tramite il disco; anche sotto quest’influenza, si formano i primi gruppi beat, che dilagheranno a partire dall’anno successivo.
Mentre nel Regno Unito la febbre del blues è sempre più alta, sull’altra sponda dell’atlantico la British Invasion raggiunge il culmine, con Beatles e Rolling Stones a contendersi i favori del pubblico e nuovi gruppi come The Who (artefici del debut album più importante dell’anno) a premere appena dietro, ma la musica made in USA, intesa anche come rock e non solo jazz (che sta vivendo del dualismo fra free jazz e hard bop/soul jazz), è in fase di riorganizzazione e l’esplosione del fenomeno delle garage band inizia a farsi sentire.
Inoltre, quasi nessuno se n’è reso ancora conto, ma pure la psichedelia, che tanta influenza avrà negli anni successivi, inizia a dare i primi segni di vita sulle coste della California.
Viene chiamato acid rock, nome che deriva dai primi happening a base di LSD che in quel periodo prendono sempre più piede. Insomma, il 1965 è un anno ricco di fermenti musicali come, forse, non si erano mai registrati, ma sarà il biennio successivo ad essere davvero cruciale per l’esplosione del rock a livello non solo commerciale, ma anche mediatico, sociale e soprattutto culturale.