Il caso SIFAR (Servizio informazioni forze armate) fa tremare l’Italia, rivelandosi il più grosso scandalo del secondo dopoguerra. Dapprima tramite un’interrogazione parlamentare avvenuta in gennaio, e successivamente attraverso le rivelazioni del settimanale L’Espresso pubblicate a maggio, si viene a conoscenza del tentativo di Colpo di Stato che nel 1964 venne ordito da importanti esponenti politici, e che coinvolse persino l’allora Presidente della Repubblica, Antonio Segni.
Il ‘bel paese’ nel 1967 è in preda a una generale instabilità della vita pubblica, e i fermenti che investono l’intera società, con le prime occupazioni delle università e le prime proteste di piazza contro la guerra in Vietnam, non sono altro che i prodromi di quello che si scatenerà nel 1968.
Se a livello politico anche da noi la situazione è quasi incandescente come nel resto dei paesi occidentali, i mutamenti del costume sono invece più lenti. Ma è soprattutto nell’ambito musicale ‘pop’ che l’Italia riveste un ruolo assolutamente marginale; i complessi beat che spopolano ovunque nella penisola (Equipe 84, Rokes, Camaleonti, Giganti, Dik Dik, Nomadi, etc.) si rifanno a modelli ormai vecchi di due, tre anni (un’enormità ai tempi), per di più traducendo semplicemente in lingua italiana i grandi successi stranieri.
Così fa anche Patty Pravo, nuova musa della canzone “beat” al femminile, che dopo il successo del 45 giri “Ragazzo triste” s’impone definitivamente, ma che conquista i riflettori più per l’immagine sexy (la prima in assoluto in questa nazione) che per reali meriti musicali. Solo Mina, per manifesta superiorità, riesce a farsi notare anche all’estero. Il volto più interessante della musica italiana non è tanto da ricercarsi nel rock, quanto nell’affermarsi dei cantautori, con un paio di debutti di due mostri sacri come Guccini e, soprattutto, De André.
Tutt’altra storia il panorama internazionale. Il ’67 è stato forse l’anno più importante in assoluto per il pop/rock, quello che ha visto l’affermazione definitiva della psichedelia oltremanica e dell’acid rock oltreoceano, i primi esempi di hard rock ‘ante litteram’ (quasi sempre derivati dal blues rock più sanguigno), il primo grande festival organizzato appositamente per la generazione ‘flower power’ (Monterey Pop Festival, tenutosi in piena ‘Summer Of Love’ in California e che ha lanciato i nomi di Jefferson Airplane, Jimi Hendrix e Janis Joplin), i debutti discografici di Pink Floyd, Doors, Captain Beefheart, Velvet Underground e del già citato Hendrix, persino i primi esperimenti di ‘crossover’ fra rock e jazz e rock e classica, che in pochi anni porteranno rispettivamente alla fusion e al progressive.
Difficile davvero sintetizzare in poche pagine una tale mole di novità e di sconvolgimenti sonori. Per chiudere, Sanremo viene vinto dal solito Claudio Villa, che in coppia con Iva Zanicchi canta “Non pensare a me”, ma quell’edizione del Festival passa alla storia per la tragica morte di Luigi Tenco, il cui brano “Ciao amore ciao” viene escluso dalla finale.
Si dice sia stato un suicidio, ma tuttora l’intera vicenda presenta molti punti oscuri, a cominciare dall’assurdo biglietto che il cantautore avrebbe scritto prima di uccidersi, davvero molto poco credibile.