In Italia la contestazione giunge al culmine. Ora non è più solo affar degli studenti, perché in concomitanza con la scadenza del contratto dei metalmeccanici la protesta giunge anche nelle fabbriche e fa scendere in piazza centinaia di migliaia di lavoratori in quello che verrà ricordato come “autunno caldo“.
La reazione a questi sommovimenti sociali, che cercano di cambiare il volto del paese non solo a livello di costume (ricordiamo che sul finire del 1969 verrà approvata da Camera e Senato la legge sul divorzio e verrà abolito il reato di adulterio) ma anche negli aspetti sociali e politici, non si farà attendere: il 12 dicembre, alla Banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, lo scoppio di una bomba provoca la morte di 17 persone e il ferimento di altre 88.
Per l’attentato, il primo di così grave entità in Italia, tutti gli imputati saranno via via prosciolti e ancora oggi non si è venuti a capo di quell’intrigo fra movimenti di ultradestra, servizi segreti deviati e altri settori del potere che crearono quella che è stata definita “strategia della tensione“. Nel decennio successivo la situazione peggiorerà.
Intanto, a livello musicale, non si notano grossi cambiamenti nella penisola: i cantautori proseguono la loro ascesa, il beat esala gli ultimi respiri, pronto a trasformarsi in canzone leggera o in più interessante progressive rock (la psichedelia vera e propria ha appena lambito le nostre coste), mentre Sanremo viene vinto da Iva Zanicchi, che in coppia con Bobby Solo canta “Zingara”.
È però proprio dal Festival che proviene l’unica, enorme novità per la musica leggera tricolore: alla sua diciannovesima edizione partecipa, per la prima e ultima volta, un giovane dalla pettinatura “afro” che si chiama Lucio Battisti. Compositore, musicista, cantautore (anche se per i testi delle sue canzoni farà quasi sempre affidamento ad ‘esterni’, prima Mogol poi Pasquale Panella), poco dopo l’esibizione rivierasca Battisti pubblicherà il suo primo album, riscuotendo da subito enorme successo e ponendo le basi per la maggior parte della canzone italiana dei decenni a venire.
Il 1969, comunque, non è solo l’anno delle rivolte e del primo uomo sulla luna; sono 12 mesi densissimi a livello musicale, tanto che molti critici sostengono (giustamente) che il triennio ’69 – ’70 – ’71 sia stato il periodo chiave per l’intera musica pop/rock, intesa a 360°.
Per i colossali Festival all’aperto, ormai divenuti raduni oceanici, fra i quali devono esserne ricordati almeno due: Woodstock, celebrazione per antonomasia della controcultura e del sogno hippie di “pace, amore e musica”; e il suo contraltare Altamont, successivo di pochi mesi: il 6 dicembre, fra violenze di ogni tipo sfociate in tre ‘morti accidentali’ e un omicidio vero e proprio, verrà posta la pietra tombale sugli anni Sessanta.
D’altra parte i delitti commessi nel corso dell’estate dalla comune nota come “Manson Family” e guidata da un ex ‘guru’ del movimento ‘flower power’ del ’67 come Charles Manson non erano stati esattamente un segnale incoraggiante.
Al di là degli eventi più clamorosi, però, il 1969 rimarrà nella storia per una proliferazione incredibile di idee sonore. La psichedelia, con gli ultimi capolavori di Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service e soprattutto Grateful Dead vivrà il suo picco estremo, prima di sciogliersi in altre forme che daranno linfa e nutrimento al nascente progressive, dominatore di buona parte del rock nella prima metà degli anni Settanta e che nel debutto dei King Crimson rivela già uno dei suoi episodi più riusciti ed immaginifici.
Ma c’è molto altro: il folk rock trova nuovi stimoli con Fairport Convention in Inghilterra e con Crosby, Stills & Nash in America, mentre dal blues rock sempre più pesante nasce in via definitiva l’hard rock, grazie ai primi due LP dei Led Zeppelin, pietre miliari pure per lo sviluppo dell’heavy metal.
Anche i primi mostri sonici targati MC5 e Stooges segneranno questo genere, ma saranno ancor più centrali per la nascita, parecchi anni dopo, del punk e di tutte le sue diramazioni future.
Intanto, sul versante ‘nero’, Sly And The Family Stone firmano una delle prime opere di crossover ante litteram fra soul, funk e rock con “Stand!”, mentre i Temptations escogitano i primi esperimenti di psychedelic soul. Nasce ufficialmente anche la fusion, grazie al genio di Miles Davis (versante jazz) e di Frank Zappa (versante rock).
L’arrivo degli Allman Brothers Band rappresenta i primordi del southern rock, mentre quello dei Santana potrebbe esser visto come un’anticipazione della world music. E, con i primi vagiti di Can (che faranno molto meglio un paio d’anni dopo) e Amon Duul II, nasce il krautrock e per la prima volta il rock non è solo appannaggio delle band provenienti da oltremanica o oltreoceano.
Per concludere, Captain Beefheart pubblica “Trout Mask Replica”, l’album più indecifrabile di tutta la storia musicale, non solo di quella ‘popolare’. Probabilmente neppure i due anni successivi saranno tanto ricchi di avvenimenti fondamentali e di debutti storici, pur andandoci molto vicino.