Il 1972 si staglia sull’Italia con il suo profilo cupo. A livello economico, si aggravano l’inflazione e il disavanzo pubblico. In politica, per la prima volta dal dopoguerra il Presidente della Repubblica è costretto a sciogliere anticipatamente le Camere, a causa dell’impossibilità di trovare una qualsiasi maggioranza parlamentare.
Oltre a tutto questo, proseguono le azioni sanguinose attuate da alcune frange dell’eversione: dopo il terribile attentato di Piazza Fontana del 1969, il 17 maggio è ucciso a Milano il commissario Luigi Calabresi, ancora al centro delle polemiche per la misteriosa morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, già utilizzato come capro espiatorio per quella strage.
Si segnala anche l’uccisione di tre carabinieri a Peteano, in provincia di Gorizia, altra azione di probabile matrice ‘nera’, che nel corso degli anni rivelerà inquietanti legami con i servizi segreti deviati. A sinistra, invece, le Brigate Rosse, fondate un paio di anni prima da Renato Curcio, Alberto Franceschini e Margherita Cagol, iniziano ad espandersi in clandestinità, a dividersi in ‘colonne’ (per ora una milanese e una torinese) e a compiere le loro prime azioni eclatanti; nel corso degli anni si faranno sempre più violente e, per longevità e ramificazioni, si faranno conoscere come il gruppo terroristico di estrema sinistra più longevo dell’Europa Occidentale.
Anche la situazione internazionale non è delle più rosee: a fronte dei viaggi di distensione affrontati dal presidente degli USA Nixon in Cina e Unione Sovietica, il terrorismo palestinese colpisce duramente le Olimpiadi di Monaco, in cui vengono uccisi undici atleti israeliani, aggravando le tensioni fra mondo arabo e stato d’Israele.
Tornando al nostro paese, nonostante il ’72 faccia segnare l’inizio degli ‘Anni di Piombo’ e il quadro generale sia tanto torvo, la musica italiana vive un rinnovamento epocale; si tratta di un anno cruciale, con l’esplosione del progressive e debut album importantissimi come quelli della Premiata Forneria Marconi, del Banco Del Mutuo Soccorso e di Alan Sorrenti.
Con Le Orme il pop sinfonico tricolore vive momenti di grandissimo successo commerciale, mentre sul versante dell’avanguardia rock i primi due dischi di Franco Battiato stupiscono tutti con una sperimentazione elettronica inaudita per l’Italia d’allora.
Sanremo è vinto da Nicola Di Bari con “I giorni dell’arcobaleno”, brano che sarà dimenticato nel giro di pochi giorni, appunto; in realtà anche l’edizione di quel festival passerà alla storia per l’esibizione dei Delirium, che con “Jesahel” porteranno all’attenzione delle masse nazionalpopolari la ‘musica giovane’ del ‘belpaese’.
In rapporto a tale fioritura, il panorama del pop/rock mondiale vive un primo anno di stasi: ad esclusione della Germania Occidentale, che con le opere di Tangerine Dream, Neu!, Ash Ra Tempel, Popol Vuh e Klaus Schulze sconvolge sempre più il terreno dell’avanguardia rock, il grande scenario anglo/americano vive ormai degli stessi nomi e delle stesse correnti: hard rock/primo heavy metal, progressive, glam, cantautorato folk, blues rock, soul/funk, jazz rock/fusion.
Il debutto più importante dell’anno è probabilmente quello dei Roxy Music, ma verrà realmente compreso solo dopo alcuni anni. Intanto le band più famose – Rolling Stones, Led Zeppelin, Deep Purple, Genesis, Yes, Pink Floyd, etc. – diventano sempre più colossali, veri e propri ‘moloch’ intoccabili, idolatrati da milioni di fan che però iniziano a percepirli distanti e inaccessibili. Una situazione che rimarrà sostanzialmente immutata per quasi un lustro.