I migliori dischi del 1975

Il 1975, in Italia, condivide il profilo cupo degli anni che l’hanno preceduto. L’economia stenta a ripartire, la droga è ormai un vero e proprio flagello tra i giovani, mentre le tensioni politiche sfociano sempre più in attentati e omicidi, siano essi di matrice ‘rossa’ o ‘nera’.

C’è spazio anche per la criminalità comune, per quella ‘organizzata’, e nei cinema di tutta la nazione impazzano i polizieschi all’italiana, spesso denigrati utilizzando il termine “poliziotteschi”. Non a caso, nel mese di maggio verrà approvata la legge Reale sull’ordine pubblico, che introdurrà il fermo giudiziario e amplierà la possibilità dell’uso delle armi da parte della polizia.

Il 1975 viene anche ricordato per il nuovo diritto di famiglia e l’abbassamento della maggiore età da 21 a 18 anni. In ambito strettamente politico, le elezioni regionali fanno segnare un netto avanzamento del PCI che, guidato dal segretario Enrico Berlinguer, raggiunge il 33,4% dei voti, a un passo dalla DC, che arretra al 35,3%; rinvigorito da questo risultato, il PCI lancerà la proposta dell’eurocomunismo insieme ai partiti comunisti spagnolo e francese.

Se l’Italia è nel pieno degli “anni di piombo”, il quadro internazionale si fa più disteso: in Portogallo si svolgono le prime elezioni libere, in Spagna la morte del dittatore Francisco Franco porterà, nel giro di pochi anni, al ripristino della democrazia, infine la guerra in Vietnam, ormai agonizzante, terminerà definitivamente dopo l’offensiva dei Vietcong su Saigon, che spingerà gli Stati Uniti a ritirare il loro esercito.

Fra le novità che ai tempi non provocheranno molto scalpore, ma che si riveleranno d’immensa importanza nei decenni a seguire, va assolutamente segnalata la commercializzazione del primo personal computer, il MITS Altair 8800, per far funzionare il quale verrà adottato un linguaggio di programmazione mutuato dal BASIC, e semplificato in Altair BASIC da due ragazzini poco più che ventenni, Paul Allen e Bill Gates: da lì alla fondazione della Microsoft il passo sarà brevissimo.

Sul piano squisitamente musicale, l’Italia inizia la sua involuzione rispetto alla scena internazionale: il progressive rock mostra i primi segni di cedimento in tutto il mondo, e anche nel nostro paese, nonostante le eccezioni (Goblin su tutti), si assiste a questo arretramento, il quale però non viene riempito da nessun nuovo empito artistico, tanto che ci si rinserra dietro i cantautori (Venditti, De André, De Gregori, Jannacci, etc.), sempre più preponderanti all’interno della cultura giovanile, che invece snobba del tutto Sanremo, vinto da Gilda con il brano “Ragazza del sud” (scompariranno entrambe, canzone e cantante). Rimangono gli Area, ma sono un caso a parte.

Al di là delle Alpi, invece, si rilevano i primi grandi scossoni in un mercato musicale che da quasi un quinquennio non mostrava molte novità, a parte rari casi circoscritti: “Horses”, il debutto di Patti Smith, darà un impulso fondamentale al punk a venire, nonostante si tratti di un’opera in parte avulsa da tale movimento;
con “Born To Run” giungerà la consacrazione per Bruce Springsteen, unico degno erede di Bob Dylan e Neil Young, che darà una nuova spinta vitale al rock; i Queen sfonderanno le barriere fra rock e pop con “A Night At The Opera”;
Brian Eno, tramite due dischi geniali come “Another Green World” e “Discreet Music”, fornirà le coordinate – base per l’ambient music, oltre a dare un grosso contributo allo sviluppo della musica elettronica;
infine Donna Summer, con il fondamentale aiuto di Giorgio Moroder, imporrà la disco music quale realtà mondiale.

Fra quelle che ormai vengono considerate “vecchie glorie”, se la passano ancora molto bene i grandi gruppi hard rock/heavy metal, con i Led Zeppelin di “Physical Graffiti” e i Black Sabbath di “Sabotage” a fornire le due prove più convincenti, mentre i Deep Purple, orfani di Ritchie Blackmore, vanno in crisi e si scioglieranno l’anno successivo, prima del ritorno negli anni Ottanta; le nuove leve si chiamano Aerosmith e Kiss, e dalla Germania iniziano a farsi sentire gli Scorpions.

Negli Stati Uniti il southern rock continua ad andar forte, mentre il progressive, ormai in piena decadenza, vive sulle spalle delle tetre elucubrazioni a forte presa commerciale dei Pink Floyd, mentre a livello underground si rivela sempre più sterile, salvo le solite eccezioni del caso (Henry Cow).

Insomma, il 1975 è già un anno di cambiamenti, i quali saranno però solo un preludio al terremoto che il punk porterà nel biennio seguente.