I migliori dischi del 1976

L’Italia è ormai entrata nella fase calda degli Anni di Piombo; a giugno viene ucciso dalle Brigate Rosse il magistrato Francesco Coco, mentre elementi dell’estrema destra trucidano il magistrato Vittorio Occorsio appena un mese dopo. Piccoli attentati ed episodi di violenza ‘politica’ sono ormai all’ordine del giorno.

Il 1976 è però un annus horribilis da qualsiasi prospettiva lo si guardi: la scena politica è sconvolta dallo scandalo dei finanziamenti della CIA ad alcuni uomini di stato, mentre il colosso aerospaziale statunitense Lockheed corrompe esponenti della DC e del PSDI per facilitare la vendita dei suoi aerei Hercules C130; l’economia mostra segni preoccupanti, con la lira in crisi e l’inflazione sempre più alta; infine, il 6 giugno un devastante terremoto in Friuli-Venezia Giulia provoca un migliaio di morti e, il 10 luglio, la diossina che fuoriesce dall’ICMESA di Seveso, in provincia di Milano, contamina una larga parte del territorio circostante, segnalandosi come il più grande disastro ambientale mai avvenuto in Italia.

Da segnalare anche l’elezione di Bettino Craxi a segretario del PSI e l’avanzata del PCI alle elezioni politiche, che con il 34,4% dei voti alla Camera e il 33,8% al Senato fa segnare il suo massimo storico.

In ambito internazionale, il nuovo presidente degli U.S.A. è il democratico Jimmy Carter, il padre della Rivoluzione Cinese e dittatore Mao Tze-Tung muore mentre è alla guida della sua nazione, i Khmer Rossi prendono il potere in Cambogia e in Argentina un golpe dei militari instaura l’ennesima dittatura in America Latina.

Tornando al nostro paese, la tetra situazione sociale si ripercuote ormai anche sulla musica: Sanremo è vinto da Peppino Di Capri con “Non lo faccio più”, mentre quasi nessuna band o artista estero viene più in tour nella penisola, e le correnti innovative della prima metà dei Settanta si liquefanno progressivamente, lasciando spazio ai soli cantautori (il 1976, similmente all’anno precedente, vedrà la pubblicazione di alcuni capolavori del genere), i quali monopolizzano l’hit parade degli album più venduti assieme ai mostri sacri internazionali (Bob Dylan, Pink Floyd, Santana, etc.).

Anche il fenomeno della disco music si fa sempre più invasivo, con i singoli di Donna Summer proposti in continuazione dai DJ di tutte le prime discoteche italiane; in opposizione a tale moda, con la liberalizzazione dell’etere sancita dalla Corte Costituzionale, le prime “radio libere” sono le principali responsabili del successo di alcuni musicisti di nicchia (un caso esemplare è quello di Claudio Lolli), non solo italiani.

Già, perché per adesso l’eco del punk è ancora esilissimo in Italia, ma negli anni successivi sarà soprattutto grazie alle radio private se i primi vagiti di questa rivoluzione musicale si propagheranno anche da noi.

Vero è che punk e new wave sono ancora un fenomeno parzialmente sotterraneo anche negli States e in Inghilterra. Tuttavia, accanto ai primi clamorosi debutti di band come Ramones (è loro il disco – simbolo del 1976), Blondie e Modern Lovers, l’underground è già in subbuglio: il 26 novembre esce “Anarchy In The U.K.”, il primo singolo dei Sex Pistols, e sull’altra sponda dell’oceano è tempo di esordio a 45 giri anche per Richard Hell And The Voidoids; i primi guadagneranno fama immensa, i secondi rimarranno una band per pochi intimi, ma entrambi segneranno il movimento in maniera indelebile.

Movimento che per ora rimane confinato fuori dalle classifiche, ancora dominate dai grandi gruppi hard rock, alcuni dei quali incorporano elementi melodici sempre più accentuati che faranno germinare fenomeni come l’AOR, l’Arena Rock e il soft rock, come accade nell’esordio dei Boston oppure in “Hotel California” degli Eagles o ancora nel nuovo Blue Oyster Cult.

Oltre al rock, impazza la disco music, che nel 1977 vivrà la sua più clamorosa affermazione, perfetto contraltare dei successi di Ramones, Clash, Sex Pistols e affini.