Verso la fine dell’anno, il terrorismo torna a mietere vittime: scoppia una bomba su un treno nei pressi di Bologna, che uccide 15 persone e ne ferisce 130. Non si tratta però di un attentato della destra eversiva, bensì di un crimine di stampo mafioso; segno dei tempi, che a fianco di un estremismo politico sempre più debole vede la ferocia di cosa nostra aumentare anno dopo anno, e nello stesso 1984 il pool antimafia di Palermo emetterà centinaia di mandati di cattura.
Intanto il governo Craxi rischia di cadere per fatti inerenti allo scandalo P2, ma si salva in extremis grazie alle dimissioni dell’ex piduista Pietro Longo. Il fatto che suscita più clamore è però la morte di Enrico Berlinguer, forse il segretario più amato di sempre del PCI, avvenuta improvvisamente in piena campagna elettorale; l’emozione porterà il suo partito a prevalere di uno 0,3% sulla DC alle elezioni europee.
All’estero Ronald Reagan, fra i principali attori del profilo economico degli anni Ottanta, è rieletto presidente degli USA per il secondo mandato consecutivo; altri 4 anni che si riveleranno importantissimi per le sorti del mondo.
Passando agli aspetti musicali, il Festival di Sanremo è vinto da Al Bano e Romina Power con il brano “Ci sarà”, canzone che però avrà meno penetrazione popolare di “Felicità”, arrivato secondo nel 1982. Il 1984 vede però anche la conquista del successo da parte di Gianna Nannini, l’imporsi nel cantautorato più raffinato di Paolo Conte, e la pubblicazione di “Crêuza de mä”, forse il più grande capolavoro di Fabrizio De André.
Intanto anche il rock mostra segnali d’ascesa: esce l’esordio dei Diaframma, ai tempi, insieme ai Litfiba, alfieri indiscussi della new wave italiana. Vitalità viene anche mostrata dalla scena hardcore punk e da quella metal; quest’ultima, oltre alla preminenza dei Vanadium, vede i primi debutti su LP di alcuni piccoli gruppi, anche se il numero aumenterà esponenzialmente nei tre anni successivi.
In ambito internazionale, il mainstream è scosso dal più grande successo di sempre per Bruce Springsteen, almeno in termini di vendite; accanto a lui vanno fortissimo Bryan Adams, Van Halen, Madonna, Prince e Tina Turner, con album tutti multimilionari. La new wave però volge al termine: l’esordio degli Smiths, il cambio di stile dei Simple Minds e la progressiva mutazione degli U2 sono indicatori di una nuova fase musicale per il pop/rock.
Nel metal si acuisce il contrasto fra glam e thrash, con gli Iron Maiden splendidi outsider e autori di un capolavoro come “Powerslave”, e gli svizzeri Celtic Frost ad indicare le derive più estreme che il genere conoscerà nella seconda metà del decennio.
Con l’ex corriere cosmico Manuel Gottsching la techno e l’house sono dietro l’angolo, ma il 1984 si ricorda soprattutto come uno degli anni fondamentali per la nascita dell’alternative rock contemporaneo, generato dalla mutazione dell’hardcore punk: oltre al secondo Black Flag, escono infatti i dischi più importanti di Meat Puppets, Minutemen e Hüsker Dü, la cui influenza si rivelerà immensa. Da notare che tutti e quattro vengono pubblicati dalla stessa etichetta, la SST di Greg Ginn dei Black Flag, allora la più importante label indipendente del mondo.
Infine, il rap: la produzione Old School non ha ancora abbandonato la scena. Nonostante il genere stia iniziando ad esplorare nuovi itinerari stilistici, le migliori produzioni del 1984 portano ancora la firma dei pionieri Kurtis Blow e Afrikaa Bambaataa. Vecchia scuola, insomma, ma con un certo interesse alle contaminazioni.
Il primo, infatti, regalerà al suo pubblico la hit “8 Million Stories”, realizzata con la partecipazione dei Run-D.M.C, che nel 1984 esordiscono con il primo album. Il secondo potrà vantare, invece, un featuring con James Brown.