I migliori dischi del 1989

Un anno cruciale, come pochissimi all’interno del Ventesimo Secolo. Nel 1989 si sfalda definitivamente il blocco Sovietico, evento simboleggiato dal crollo del Muro di Berlino avvenuto il 9 novembre (il giorno dopo i Pink Floyd suoneranno “The Wall” proprio sul luogo dell’accaduto).

Le due transizioni, dall’economia socialista a quella di mercato e dal regime comunista a forme più o meno reali di democrazia, saranno attuate con forme e modalità diverse a seconda del paese: solo per fare alcuni esempi, in Polonia e Cecoslovacchia il passaggio sarà quasi ‘indolore’, in Romania l’ex dittatore Nicolae Ceauşescu e sua moglie Elena saranno giustiziati, la Jugoslavia si disgregherà attraverso conflitti spaventosi che occuperanno tutto il futuro decennio.

In Cina non cambierà nulla, tanto che le proteste degli studenti in piazza Tienanmen vengono soffocate nel sangue nel giugno dello stesso anno.

In Italia la mafia inizia a prendere di mira il giudice Giovanni Falcone, il pentapartito continua a governare (ancora per poco), il segretario Achille Occhetto annuncia che cambierà nome al PCI e viene fondata la Lega Nord, che prenderà il posto della vecchia Lega Lombarda.

In ambito più ludico, l’89 segna l’arrivo del Game Boy nei negozi di tutto il mondo e negli USA va in onda la prima puntata de “I Simpson” (arriverà da noi solo due anni dopo).

La musica: Sanremo è vinto da Anna Oxa e Fausto Leali che cantano “Ti lascerò”, le classifiche sono invece stradominate da Zucchero, primissimo con “Oro, Incenso e Birra” che vende l’impossibile (18 dischi di platino, tanto che “Liberi Liberi” di Vasco Rossi si deve accontentare del secondo posto a fine anno).

I 12 mesi sono però anche segnati dall’exploit di Francesco Salvi con il demenziale “Megasalvi”, da Jovanotti che passa dal cantato inglese a quello italiano (ma il mutamento di stile è ancora di là da venire), dal ritorno di Mia Martini e dall’arrivo di Raf.

A livello di rock indipendente grande è la confusione, anche se le uscite continuano ad aumentare sia quantitativamente sia qualitativamente: su tutte, però, svetta l’esordio degli Elio e le Storie Tese, roba che non si era mai sentita nel nostro paese.

Il pop internazionale è dominato dalle inquietudini di Madonna e dal blue eyed soul dei Simply Red, mentre due leggende della storia del rock quali Lou Reed e Bob Dylan pubblicano i loro migliori album del decennio.

L’house di Chicago e la techno di Detroit cominciano a farsi conoscere anche in Europa e nel resto del mondo: i rave si estendono a macchia d’olio dall’Inghilterra e il debutto degli Stone Roses canalizza la tensione elettronica in strutture più classicamente rock.

Il glam metal e l’hard rock melodico sono ancora sulla cresta dell’onda: Skid Row, Mr. Big, Motley Crue e i sempreverdi Aerosmith fanno fortuna con le loro uscite. Eppure sono gli ultimi colpi di coda di un genere a cui verrà progressivamente tolta la pole position nel mainstream più strettamente rock.

Il grunge è in rampa di lancio, con il debutto dei Nirvana e release che si fanno sempre più fitte (Soundgarden, Mudhoney e Screaming Trees le più interessanti); in generale, l’alternative rock è sempre più sotto i riflettori delle major: Pixies, Faith No More, Nine Inch Nails e Red Hot Chili Peppers ne illustrano le varie anime.

Anche il metal è in subbuglio: accanto al thrash tecnico degli Annihilator, possente e diretto degli Overkill, labirintico dei Voivod e violentissimo dei Sodom emerge la furia death/thrash dei Sepultura, prima band sudamericana che approderà al successo planetario.

Già, il death: ora è pienamente formato, e la scena floridiana inizia a mettere a segno i primi colpi con i debut – album di Morbid Angel (“Altar Of Madness”) e Obituary (“Slowly We Rot”), ma il morbo è già diffuso per l’Europa, Scandinavia in particolare (e in Inghilterra l’iconoclastia del grindcore è portata avanti, oltre che dai Naplam Death, dai Carcass).

Poi ci sono i Bitch Magnet, il cui capolavoro “Umber” è il primo passo del post – hardcore effettivo e, allo stesso tempo, uno sguardo gettato sul post rock; pochissimi, però, se ne accorgono.

Sul versante hip hop si segnalano esordi importanti e subculture che crescono. Mentre i Beastie Boys fanno i conti con i primi apparenti fallimenti discografici, si fanno largo nuove formazioni come Kool G Rap & DJ Polo e il loro filone ‘mafioso’.

Dall’altro lato, il segmento pacifico è sempre vivo con l’esordio dei De La Soul e le iniziative di KRS-One, della Boogie Down Productions nell’anno di “Ghetto Music: The Blueprint of Hip-Hop”, il loro terzo album. Il rapper, in seguito alla morte per rissa di un fan durante un loro concerto, fonda e promuove Stop The Violence Movement.