I migliori dischi del 1990

Nel corso del 1990 prosegue lo sgretolamento dell’ormai ex blocco comunista, un tempo dominato dall’ora quasi ex Unione Sovietica. Mentre in Jugoslavia i venti di guerra si fanno sempre più forti, la riunificazione della Germania viene ufficializzata il 3 ottobre; poco più di due mesi prima i Pink Floyd avevano risuonato “The Wall” a Berlino, di fronte a 160mila spettatori nella città riunificata e a milioni di telespettatori in tutto il mondo, e l’8 luglio la nazionale della Germania Ovest aveva vinto i Campionati Mondiali di Calcio di Italia 90 allo Stadio Olimpico di Roma.

È anche l’anno della liberazione di Nelson Mandela e della fine dell’Apartheid in Sudafrica. Come tutti i periodi immediatamente successivi a eventi enormi e spiazzanti, abbondano i segni contradditori. Il “nuovo ordine mondiale” non è affatto chiaro, e mostra il suo volto negativo non solo nei Balcani ma anche in Medio Oriente, con l’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq e la conseguente prima Guerra del Golfo; gli Stati Uniti, rimasti al momento l’unica superpotenza, tornano alla battaglia vera e propria dopo decenni di confronto a distanza con l’URSS.

In Italia il PCI muta nome e simbolo; ora si chiama Partito Democratico della Sinistra (PDS). Il presidente del consiglio è Giulio Andreotti e il pentapartito è ancora al governo, ma l’incredibile affermazione della Lega Nord in Lombardia alle elezioni regionali è il primo indizio che anche in Italia, nel giro di un paio d’anni, avverranno sconquassi.

Nel mentre, Sanremo è vinto dagli inossidabili Pooh con “Uomini soli”, e a dominare la classifica degli album più venduti nello Stivale c’è “Cambio” di Lucio Dalla (il disco di “Attenti al lupo”), mentre si fanno notare per la prima volta Marco Masini e Francesco Baccini.

Il cantautorato vede l’uscita dell’ennesimo grande LP di Fabrizio De André, mentre il rock italiano si trova in una fase cruciale: i Litfiba fanno il grande salto a livello commerciale con “El Diablo”, mentre Luciano Ligabue pubblica il suo album d’esordio.

È pero in ambito internazionale che si hanno i primi veri, forti scossoni: se in campo puramente pop si registra il più grande successo di Sinead O’Connor e poco altro, il rock è davvero a una svolta. Gli Alice In Chains mettono a segno il primo grande successo del grunge – seppur colto nel suo aspetto più affine al metal – con “Facelift”, mentre i Jane’s Addiction rendono il crossover fra hard, metal, funk e altro ancora redditizio pure a livello commerciale con “Ritual De Lo Habitual”. L’hard melodico e più o meno cotonato va ancora forte, ma si tratta degli sgoccioli per glam, hair metal e affini.

Così come, in ambito estremo, si tratta dell’ultimo anno di dominio del thrash metal (escono dischi formidabili da parte di Megadeth, Annihilator e Slayer); nel corso dei Novanta verrà spazzato via dal grunge, e quel che ne rimarrà si tramuterà nella forma – vedi alla voce Pantera – oppure sarà eroso dagli ancora più estremi death e black metal (a proposito, proprio in quest’anno gli Entombed fanno il loro esordio, e gli Obituary pubblicano il loro disco più rappresentativo).

Hard, metal e grunge a parte, il 1990 è ricchissimo di nuovi fermenti: i Black Crowes danno il via alla riscoperta del southern rock, i Gories a quella del garage, i Fugazi avanzano nell’attualizzazione del post – hardcore, mentre le note più feroci al di fuori del metallo sono quelle del noise rock di Helmet e Jesus Lizard, con “Twin Infinitives” dei Royal Trux che guadagna la palma di disco più iconoclasta pubblicato nell’arco dei 12 mesi. Le novità riguardanti il rock e affini non finiscono qua, ma sarebbe davvero troppo prolisso elencarle tutte.

Concludiamo con l’hip hop: in seguito alle prime, acerbe produzioni del fenomeno musicale Le Posse (con uno stile più vicino al rap raggamuffin e un messaggio politicizzato), il rap inizia a diffondersi anche in Italia. Da un lato le nuove pubblicazioni provenienti dai centri sociali, dall’altro il suono più commerciale di Jovanotti che vanta già alcune pubblicazioni alle spalle e una prima esperienza al Festival di Sanremo nell’89 con il brano “Vasco”.

Negli U.S.A., intanto, ancora Public Enemy e il successo solista di Ice Cube, dei N.W.A., con “AmeriKKKa’s Most Wanted”, tra i dischi più rappresentativi degli anni ’90.