Pur privo di elezioni politiche, il 1995 italiano è un altro anno segnato da profondi rivolgimenti politici. Cade il primo governo Berlusconi – per Silvio si tratta soltanto della prima di moltissime ‘cadute’ e altrettante clamorose ‘resurrezioni’ – e, in attesa del ritorno alle urne, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro affida l’incarico di primo ministro a Lamberto Dini.
Intanto le ‘nuove’ formazioni della Seconda Repubblica scaldano i motori per il 1996: a gennaio, al congresso di Fiuggi, Gianfranco Fini scioglie il Movimento Sociale Italiano, fondando Alleanza Nazionale; a dicembre, Romano Prodi e Walter Veltroni presentano il simbolo del nuovo schieramento sotto il quale il centro-sinistra si presenterà alle future elezioni: si tratta dell’Ulivo. Intanto, al di là dei confini dell’Italia il mondo continua a mutare.
L’Unione Europea passa da 12 a 15 stati, con l’inclusione di Svezia, Finlandia e Austria. Jacques Chirac è il nuovo presidente della Francia. Il premier israeliano Yitzhak Rabin viene assassinato da un estremista di destra contrario a possibili accordi di pace fra Israele e i palestinesi.
A luglio la guerra nell’ex Jugoslavia porta in dote l’atroce massacro di Srebrenica, in cui forze dell’esercito Serbo-Bosniaco deportano e uccidono circa 7000 bosniaci musulmani; la guerra fra croati, serbi e bosniaci si concluderà solo il 21 novembre, con l’Accordo di Dayton.
Il 1995 si segnala anche per innovazioni cruciali nel campo della tecnologia. Sulle note di “Start Me Up” viene presentato il nuovo sistema operativo della Microsoft, l’ormai leggendario Windows 95, che imporrà definitivamente la creatura di Bill Gates come azienda leader nel campo dei software e rivoluzionerà l’uso del personal computer. È anche l’anno della commercializzazione dell’MP3, che nel giro di un decennio provocherà sconquassi nel music business tradizionale.
Rimanendo in ambito musicale, torniamo in Italia: Sanremo è vinto da Giorgia con la canzone “Come saprei”, che si aggiudica anche il Premio della Critica; si tratta della prima volta che un vincitore guadagna entrambi i premi. È anche un’edizione del Festival di straordinario successo televisivo, che registra oltre 16 milioni di telespettatori, a conferma della ritrovata vitalità della kermesse a livello mediatico.
Le classifiche vedono invece Zucchero come assoluto dominatore, con quello che rimane il suo ultimo, enorme successo a livello discografico, “Spirito DiVino”. Chi invece esplode è Ligabue: “Buon compleanno Elvis” esce a fine settembre e ci metterà un po’ ad ingranare, ma nel giro di 12 mesi proietterà Luciano fra le più grandi rockstar nostrane degli ultimi vent’anni, in compagnia con il solo Vasco.
Sempre nell’ambito del rock tricolore, c’è da segnalare un’altra più piccola consacrazione: è quella dei Timoria di Francesco Renga, che con “2020 SpeedBall” allargano la loro fanbase, già piuttosto numerosa dopo l’uscita dell’ottimo “Viaggio senza vento” (1993).
In campo internazionale, il 1995 è un anno di passaggio: fra i suoni più ‘easy’ si segnala il ciclopico successo dell’alternative pop di “Jagged Little Pill” di Alanis Morissette e del power pop intriso di ska di “Tragic Kingdom” dei No Doubt, mentre gli Oasis con “(What’s the Story) Morning Glory?” mettono a segno un altro colpo da novanta per il britpop.
Bjork viene consacrata definitivamente da “Post”, lavoro in cui tendenze dance pop e musica elettronica di ricerca si coagulano perfettamente.
È però in ambito più ‘duro’ che si nota maggiormente il passaggio da un’era all’altra: il grunge vive i suoi ultimi giorni, con l’album omonimo degli Alice In Chains e, soprattutto, con “Mellon Collie And The Infinite Sadness” degli Smashing Pumpkins, opera che solo in parte appartiene a questo genere, ma che nel suo riepilogare gran parte dell’alt rock degli ultimi anni sembra chiudere una fase storica.
Con il debutto eponimo dei Foo Fighters, infatti, s’inizia già a parlare di post – grunge.
Il trip hop mostra il suo volto più oscuro con Tricky, la musica elettronica è sempre più frastagliata in mille correnti, dal per big beat dei Leftfield al glitch di Oval, nel punk melodico si registrano i discreti successi di Pennywise e Rancid.
Tuttavia è il metal – inteso nel senso più ampio possibile – ad offrire le maggiori novità: il power tedesco decolla definitivamente con i Blind Guardian, At The Gates e Dark Tranquillity lanciano il death metal melodico svedese, i Fear Factory sfondano con la loro micidiale miscela di thrash e industrial, infine i Meshuggah pubblicano un’opera seminale per il metal estremo più violento, progressivo e cervellotico possibile.
Nell’hip hop, mentre i componenti del Wu-Tang Clan si cimentano in produzioni individuali di notevole fattura, Tupac Shakur, tra ricoveri e processi, pubblica la sua opera d’arte. Tutto questo in un momento particolarmente caldo per la sanguinosa faida tra East Coast e West Coast. Una rivalità scoppiata pochi anni prima a causa di alcuni, semplici, ‘scontri’ di natura discografica tra le etichette Bad Boy Records e Death Raw Records.
Clima decisamente più disteso in Italia, dove si assiste al primo disco interamente prodotto da una MC. Siamo alla vigilia di un importante anno per il rap tricolore.