Il 1999 vede l’introduzione dell’Euro, la più che controversa moneta europea che ancora oggi è in vigore. Per il momento si tratta di un cambiamento a livello finanziario, il cash è ancora costituito dalle varie divise nazionali, ma dal 2002 entreranno in circolazione anche le versioni tangibili della nuova valuta transnazionale.
Intanto accadono un po’ di fatti in Italia e nel mondo: il Massacro di Racak mostra a tutto il mondo le atrocità della guerra del Kosovo, nel tunnel del Monte Bianco muoiono 39 persone a causa di un tir carico di margarina che prende fuoco, negli Stati Uniti si compie il tristemente famoso massacro della Columbine High School.
In ambito più strettamente politico si segnala l’elezione di Chávez a presidente del Venezuela, quella di Carlo Azeglio Ciampi a presidente della Repubblica Italiana e di Romano Prodi a presidente della Commissione Europea. È anche l’anno delle dimissioni di Eltsin a favore di Putin quale presidente russo.
Il nostro paese assiste a una recrudescenza del terrorismo: a Roma le Nuove Brigate Rosse uccidono Massimo D’Antona, all’epoca consulente del ministero del lavoro. L’Italia, però, si segnala anche nel mondo dello spettacolo: agli Academy Awards il film “La vita è bella” di Roberto Benigni viene premiato con ben tre Oscar, fra cui quello di miglior attore protagonista, primo italiano a riuscire nell’impresa.
Passando a un palcoscenico più provinciale, Sanremo è vinto da Anna Oxa con il brano “Senza pietà”, ma l’edizione del Festival si segnala soprattutto per l’enorme ricchezza di ospiti: all’Ariston compaiono, fra gli altri, i volti di Neil Armstrong, Leslie Nielsen e Michail Gorbačëv (!). A condurre la kermesse, accanto a Fabio Fazio, ci sono la modella Laetitia Casta e il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco (!!).
Nel ’99 la musica italiana di qualità registra un altro grave lutto: dopo la scomparsa di Battisti l’anno precedente, l’11 gennaio muore anche Fabrizio De André.
Ritornando a livello internazionale, il mainstream è caratterizzato dagli enormi successi di vendita dell’esordio di Britney Spears, “…Baby One More Time”, di “Supernatural”, ritorno alla stardom per Santana, di “Millennium” dei Backstreet Boys e dell’omonimo di Ricky Martin, il quale apre le porte al fenomeno del latin pop in tutto il mondo. Si va dai 20 ai 30 milioni di copie vendute.
Ai tempi nessuno se ne accorge né si preoccupa più di tanto, ma questi sono gli ultimi botti della vecchia industria discografica, che negli anni successivi vedrà progressivamente eroso il suo campo d’azione e i suoi fatturati dall’avvento della musica digitale messa in rete; proprio nel giugno di quell’anno, infatti, viene attivata la prima versione del servizio di file sharing Napster, che diverrà modello per decine di esperienze simili, oltre a scatenare le ire di Lars Ulrich e dei Metallica.
Nel 1999 Internet inizia a passare da giocattolo per pochi a fenomeno globale, e gli effetti sulla musica si faranno sentire sempre più nel corso del tempo.
Non è tanto questione di qualità, quanto di frammentazione dello scibile pop/rock (dalle boyband al noise, per intenderci), fenomeno che segnerà il primo decennio del terzo Millennio (e che permane tuttora). Ormai è quasi impossibile tracciare linee rette di sviluppo di questo o quel genere, sempre più s’avanza a tentoni in un fitto pulviscolo di stili che si sovrappongono.
Restando all’anno di cui si sta trattando: l’elettronica parla la lingua di Chemical Brothers, Moby, Basement Jaxx e Cassius, la scena indie partecipa dei capolavori di Magnetic Fields, Sigur Rós e Bonnie Prince Billy, la musica italiana, oltre ai soliti grandi nomi (Celentano, Vasco, Ligabue, Antonacci, Litfiba, Jovanotti), si spande dal teen pop dei Lunapop al pop/rock di Bluvertigo e Subsonica sino al gothic metal di Lacuna Coil (esce l’esordio “In A Reverie”) e simili, passando per il power e le filiazioni estreme di thrash, death e black, oltre a rilevare i primi vagiti di un filone nu metal nostrano.
Quest’ultimo è il genere ‘duro’ che a livello globale gode di maggior salute: Korn e Limp Bizkit pubblicano altri due dischi di successo, ma il vero terremoto è provocato dall’omonimo esordio ufficiale degli Slipknot, che introduce nella corrente una dose di violenza del tutto inedita.
Anche per i nomi storici del crossover si tratta di una buona annata: i Rage Against The Machine pubblicano il loro ultimo LP d’inediti, mentre i Red Hot Chili Peppers risorgono con “Californication”.
Cambiando del tutto mondo sonoro, Chuck Schuldiner affida il proprio testamento artistico e spirituale ai Control Denied di “The Fragile Art Of Existence”, i Dillinger Escape Plan sconquassano mathcore e post hardcore con lo spaventoso “Calculating Infinity” e gli Sleep portano lo stoner a un livello d’ipnosi totale con “Jerusalem”.
In questo confuso – ma ancora stimolante – panorama si erge supremo “The Fragile”, terzo capolavoro consecutivo dei Nine Inch Nails di Trent Reznor e opera fra le più significative del decennio che sta per concludersi.
Ovviamente l’hip hop rimane sempre un genere altamente creativo ed enormemente popolare. Quello a stelle e strisce dà ufficialmente il benvenuto al talentuoso rapper del Missouri: Eminem con il suo “The Slim Shady LP” si fa notare dal grande pubblico in attesa della consacrazione. Altre pubblicazioni di livello sono attribuibili al suo produttore Dr. Dre e a Nas.
Per l’Italia, invece, entrano in studio tre giovani rapper dal futuro roseo che, al momento, si presentano sotto il nome di Sacre Scuole. Bis, invece, per Kaos One, Sottotono e Colle Der Fomento. Da annoverare, infine, “Dio Lodato”: il primo e l’unico album di Joe Cassano che fu dato alle stampe in seguito alla sua prematura morte.