L’anno, in Italia, è segnato dalle elezioni politiche, il cui risultato sul filo del rasoio assumerà le caratteristiche di un thriller. La spunta L’Unione di centrosinistra guidata da Romano Prodi, ma per un capello: alla fine i voti che daranno ragione agli avversari della Casa delle Libertà di Silvio Berlusconi saranno appena 24.000 su 38 milioni circa.
Una vittoria dal margine strettissimo, che costringerà il nuovo premier a formare un governo che si rivelerà esilissimo e dalla vita breve. Eppure, i pronostici della vigilia e persino gli exit poll davano all’Ulivo e ai suoi alleati un margine di vittoria ben più consistente, invece…
Il 2006 vede anche l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, primo ex comunista a salire al Quirinale;
il farsi e disfarsi dello scandalo di “Calciopoli” (appena un paio di mesi dopo, l’Italia vincerà i Mondiali di Calcio disputati in Germania e, fra testate inconsulte di fuoriclasse a fine carriera e rigori per una volta tirati come si deve, l’insperato ma colossale successo contribuirà non poco a normalizzare la situazione all’interno del calcio italiano) che porterà a revocare due scudetti alla Juventus e alla retrocessione in serie B dei bianconeri;
l’arresto del boss mafioso Bernardo Provenzano e il referendum per l’approvazione del disegno di legge costituzionale (tutte le proposte di ‘riforma’ verranno respinte).
In ambito internazionale scoppia il caso delle vignette su Maometto pubblicate dal giornale danese Jyllands Posten, che porteranno a forti tensioni fra paesi occidentali e mondo arabo, vengono a galla i problemi legati alla fornitura di gas naturale all’Europa da parte della Russia, il premier israeliano Ariel Sharon entra in coma irreversibile e il presidente dell’Iran Ahmadinejad inizia a minacciare l’Occidente, mentre quest’ultimo (leggi soprattutto il governo Bush) è costantemente impegnato nella “lotta al terrorismo” (ma intanto il carcere di Guantanamo, secondo la Corte Suprema degli Stati Uniti, viola la Convenzione di Ginevra e lo stesso codice di giustizia militare statunitense).
Intanto il Sudamerica fa sentire la propria voce, con l’elezione della socialista Michelle Bachelet a presidente del Cile e quella di Evo Morales in Bolivia: Morales è il primo indio a raggiungere una carica del genere. È anche l’anno dell’esecuzione di Saddam Hussein, avvenuta il 30 dicembre per impiccagione, e della fondazione di Twitter, andato online a luglio.
Sanremo è vinto da Povia, con il brano “Vorrei avere il becco”, ma il cantante farà più discutere nelle edizioni successive. I dominatori delle classifiche italiane sono, però, sempre i soliti: la top ten di fine anno comprende i nomi di Gianna Nannini, Ligabue, Eros Ramazzotti, Zucchero, Renato Zero e Vasco Rossi.
Fa comunque scalpore il successo, anche commerciale, di “Ovunque proteggi”, il capolavoro di Vinicio Capossela, mentre l’hip hop tricolore continua, inesorabile, a guadagnare spazio anche all’interno del mainstream, con le uscite su major di Fabri Fibra e Mondo Marcio, il ritorno in veste solista degli ex Articolo 31 J-Ax e Dj Jad e il secondo album dei Club Dogo, ultimo per un’indipendente.
Il rap a Milano viaggia a gonfie vele, ma anche nella Capitale le proposte interessanti non mancano. Tra queste spuntano Rancore e Amir: per entrambi il 2006 sarà un anno cruciale. Debutto a soli sedici anni per il primo; l’inizio della carriera solista per il secondo.
L’hip hop d’oltreoceano è segnato soprattutto dalla pubblicazione di “Fishscale”, uno dei migliori album di Ghostface Killah, mentre il pop per le masse è dominato dai lavori di Justin Timberlake, Nelly Furtado, Pink e dal fenomeno teen di Hannah Montana, il personaggio interpretato da Miley Cyrus per l’omonima serie tv della Disney.
Il rock, fra continui rimandi alla wave anni Ottanta, al garage edulcorato dalla melodia e alla nuova moda emo, registra i successi di Arctic Monkeys, Muse e My Chemical Romance, ma pure la comparsa di un disco fuori dal tempo come “The Seeger Sessions” di Bruce Springsteen.
Il mondo indie/alternative è testimone di uscite realmente creative come “Drum’s Not Dead” dei Liars, “Ys” di Joanna Newsom, “Return To Cookie Mountain” dei Tv On The Radio e “Yes, Virginia…” dei Dresden Dolls.
Il panorama hard & heavy è sempre più dominato dalla voga metalcore, definizione entro la quale vengono enumerate band anche diverse come Lamb Of God, All That Remains, Rise Against e Unearth, ma c’è spazio anche per il post metal di Mastodon e Cult Of Luna.
È un anno importante anche per la musica dura italiana: con “Karmacode” i Lacuna Coil sfondano anche all’estero, diventando il gruppo metal della Penisola più famoso di sempre.
Intanto le reunion nostalgico/pecuniarie continuano ad aumentare, e a volte fruttano pure buoni dischi: per esempio, quelli realizzati da New York Dolls e Celtic Frost sono da rivalutare senz’ombra di dubbio.