Il 2007 è l’anno che segna l’inizio della più grande crisi economica del Secondo Dopoguerra: a fine estate, ancora in era Bush, scoppia la crisi dei mutui subprime statunitensi. L’onda d’urto si allargherà a macchia d’olio nel 2008, prima investendo i soli Stati Uniti e successivamente il mondo intero.
Si tratterà, però, di un crisi di natura eminentemente finanziaria e dai caratteri del tutto nuovi. Intanto un senatore nero dell’Illinois annuncia, il 10 febbraio, la sua candidatura per la presidenza degli USA; Barack Obama lo comunica da Springfield, ma non siamo in una puntata dei Simpson e si vedrà quanto seri siano i suoi propositi.
Rimanendo in ambito di politica estera, i 12 mesi in questione non mostrano novità inaudite: Gordon Brown succede a Tony Blair come primo ministro del Regno Unito, il gollista Nicolas Sarkozy conquista L’Eliseo e Vladimir Putin festeggia il trionfo del suo partito, Russia Unita, alle “libere” elezioni per il rinnovo della Duma.
Significativo, a livello simbolico, il riconoscimento del diritto alla proprietà privata nella Repubblica Popolare Cinese: se dal punto di vista effettuale questa era ormai riconosciuta, l’ufficializzazione anche a livello legislativo certifica il distacco della superpotenza asiatica dal socialismo di matrice maoista e il suo definitivo ingresso nel mondo capitalista.
Intanto, in Italia il governo Prodi si muove con sempre maggiore difficoltà fra fronde interne, voti di fiducia e dimissioni rifiutate dal Presidente della Repubblica: arriva, nonostante tutto, a “mangiare il panettone”, e anzi il 14 ottobre la stragrande maggioranza delle forze di centrosinistra che lo sostengono si fondono in una nuova entità, il Partito Democratico; Walter Veltroni è il primo di una lunga serie di segretari che si succederanno a capo di questa formazione, i cui connotati si faranno sempre più nebulosi e incerti nel corso degli anni, a testimoniare la scarsa fortuna avuta dall’impresa.
Nel frattempo, Silvio Berlusconi prepara la sua rivincita: a maggio le elezioni amministrative vedono la Casa delle Libertà imporsi nelle regioni del nord, mentre a novembre lo stesso leader di Forza Italia annuncia la fine della vecchia formazione politica e la nascita di un nuovo partito; il PDL vedrà la luce nel 2009, a elezioni già vinte. Il 2007 italiano è anche un anno di vicende extrapolitiche: l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, avvenuta il 2 febbraio nel corso degli scontri fra ultras di Catania e Palermo, getterà un’ombra cupa sul mondo del calcio, già minato nella sua credibilità dagli scandali dell’anno precedente; ad aprile verrà addirittura votato dal Senato il via libera al “decreto antiviolenza”, varato proprio all’indomani dell’assassinio di Raciti.
Tuttavia il clima di tensione rimarrà alto, e l’11 novembre sarà un tifoso laziale ad essere ucciso, Gabriele Sandri. Un’estate bollente al Sud Italia provocherà incendi che devasteranno foreste intere, e la fine dell’autunno verrà funestata dalla tragedia avvenuta nelle acciaierie ThyssenKrupp di Torino: saranno 7 gli operai a perdere la vita.
Passando ai più leggeri accadimenti musicali, Sanremo è vinto da Simone Cristicchi con il brano “Ti regalerò una rosa”, canzone tutto sommato piuttosto elevata per gli standard del Festival della canzonetta italiana.
Il 2007 registra pure il primo concerto di una donna a San Siro: il 2 giugno Laura Pausini ottiene un successo immenso nello stadio milanese. Va peggio per gli appassionati di rock: il 15 giugno una violentissima tromba d’aria provoca la sospensione dell’Heineken Jammin’ Festival a Mestre: crollano alcune strutture del palco e si contano una trentina di feriti.
Sciagure a parte, nella Penisola e in tutto il mondo si moltiplicano i grandi eventi musicali live, una tendenza che non accenna a diminuire: la crisi dell’industria discografica e la mostruosa flessione a cui sono soggette le vendite dei cd viene tamponata anche con le esibizioni dal vivo, che si rivelano guadagni quasi sicuri per band e organizzatori.
Nonostante questo, il music biz continua ad inventarsi nuovi fenomeni per teenagers: dall’America arrivano gli Jonas Brothers, mentre la Germania produce i più ‘trasgressivi’ Tokio Hotel; le vendite non sono certo quelle dei tempi d’oro, ma l’impatto a livello commerciale rimane grandissimo, anche grazie alla diffusione sempre più capillare dei vari social network.
L’indie rock vive ancora la fase del revival anni Ottanta, come dimostrano i successi di Editors e Kaiser Chiefs, mentre Mika rispolvera il glam in una miscela più zuccherosamente pop.
L’hip hop, almeno a livello mediatico, continua a destare grande clamore, con la figura di Kanye West e il ritorno di Wyclef Jean, mentre in Italia vanno forte i lavori di Cor Veleno e Kaos One.
E per una volta dal nostro paese escono anche ottimi dischi rock, fra cui quelli di Verdena, Tre Allegri Ragazzi Morti e, soprattutto, Il Teatro Degli Orrori, che con il debutto “Dell’impero delle tenebre” compiono un’operazione senza precedenti in Italia.
Tornando all’estero, in ambito ‘sperimentale’ si segnala il math rock progressivo dei Battles e l’elettronica ‘altra’ di Burial, demiurgo del dubstep; al contrario, sul versante ‘tradizionale’ “Blackbird” degli Alter Bridge può essere annoverato fra i migliori esempi di hard rock contemporaneo.
Il metal, infine, si divide fra opere estreme, creative e intricatissime come le fatiche di Blotted Science e Between The Buried And Me, il metalcore di As I Lay Dying e Chimaira, il ritorno del thrash tecnico (ma grooveoso) dei Machine Head, la strana commistione fra heavy classico e rock and roll dei Volbeat e vari gradi di ibridazione fra gli innumerevoli sottogeneri che lo contraddistinguono.
In chiusura, è doveroso segnalare la morte di Luciano Pavarotti, il grande tenore di Modena celeberrimo tanto nel mondo della classica quanto in quello del pop.