E’ un anno importante il 2009. Il mondo scopre Barack Obama, primo presidente di colore nella storia degli Stati Uniti, scopre la ‘crisi economica’ che negli States fa sempre più paura giorno dopo giorno, alcune città industriali si svuotano improvvisamente (la capitale dell’auto Detroit è uno dei simboli di questo periodo, anche se già da qualche anno prima le cose andavano male con l’esplosione della crisi dei subprime e del mercato immobiliare), le persone perdono le case strangolati dai debiti e i troppi manager di non si sa bene cosa che appestano tutt’oggi anche le nostre città si trovano a condividere i pasti con i senza tetto.
Una triste continuazione di quanto iniziato a vedersi nel 2006, ma da noi tutto ciò non accadrà mai. Vero? Nel frattempo il mondo scopre il vero significato della parola Tsunami, fenomeno che sconquassa il Pacifico a fine settembre, in seguito a delle forti scosse sismiche.
Nel 2009 in Italia si parla ugualmente di distruzione, con la terribile catastrofe de L’Aquila dove un terremoto devastante che uccide più di 300 persone, e con il disastro ferroviario di Viareggio dove deraglia un treno merci pieno di cisterne di Gpl.
Si farebbe volentieri a meno del G8, che si tiene proprio in Abruzzo presso la città maggiormente colpita dal sisma pochi mesi prima, ennesima esibizione dell’inutilità di summit precostruiti e distanti anni luce dalle realtà dei rispettivi paesi che i delegati rappresentano.
Lo tsunami che devasta il mondo della musica è la prematura scomparsa del Re del Pop Michael Jackson, morto a poche settimane da quello che sarebbe stata la sua ultima serie di spettacoli dal vivo che si sarebbero dovuti tenere a Londra. Sorvolando su cause, vertenze, processi e quant’altro, ricordiamo solamente che proprio MJ risulterà a fine anno l’artista i cui dischi saranno i più venduti sul mercato discografico mondiale.
Dalle stelle alle stalle giusto per ricordare l’edizione 2009 di Sanremo, che vedrà il trionfo di Marco Carta (e l’inizio del monopolio talent show in 3 edizioni su 4), mentre tra le nuove proposte si affacciano Arisa, Karima e Malika Ayane.
Più in generale invece l’anno propone ottimi dischi confezionati da artisti che si ripresentano negli scaffali dei negozi dopo anni d’assenza oppure da artisti storici che piazzano la zampata vincente e inaspettata: basti pensare ai ritorni di Alice In Chains, Eminem e The Prodigy, piuttosto che alle affermazioni delle novità Mumford & Sons, Florence+The Machine, Paolo Nutini e Patrick Wolf.
Nel mondo più mainstream vengono definitivamente incoronati Tokio Hotel, Lily Allen e Leona Lewis, mentre nel metal che conta spiccano le release di Megadeth e Slayer. Ma anche in Italia per una volta non si vive di sola Amoroso, grazie ai buonissimi lavori di J-Ax, Zen Circus, Ministri e Susanna Parigi.