AC/DC @ Autodromo di Imola

I migliori dischi del 2015

Il 2015 verrà ricordato come un anno davvero traumatico per gli appassionati di musica. Rimarrà per sempre nella memoria collettiva la strage perpetrata dall’ISIS al Bataclan di Parigi. Un’irruzione armata che colpisce il 13 novembre non solo la capitale della Francia ma tutti i fan del mondo. Il concerto degli Eagles Of Death Metal finisce prematuramente sotto i colpi di arma da fuoco e le bombe dei terroristi. Saranno decine i morti e i feriti.

Da quel momento i concerti non saranno mai più gli stessi. Tour annullati, controlli di sicurezza e forze dell’ordine fuori dai locali a parte, è proprio la consapevolezza che colpisce pubblico e band di essere vulnerabili nel momento in cui si realizza quella magia dell’interazione tra artisti e folla che è impossibile da spiegare a parole. Si andrà avanti, ma nessuno dimenticherà mai quanto accaduto.

L’escalation del terrore purtroppo continuerà (e continuava già dall’inizio) per tutto l’anno. Nel frattempo il problema immigrazione diventa devastante in tutta l’Unione Europea, mentre l’EXPO di Milano alza il sipario su sei mesi di file e polemiche, consumate in mezzo a padiglioni incredibili e assolutamente spettacolari.

Il 2015 finisce con altri botti negativi: perdiamo Scott Weiland e Lemmy Kilmister. Due artisti diversi ma accomunati dal vivere la propria vita al massimo, senza rinunciare mai agli eccessi, facendoli anzi parte integrante e indispensabile dell’esistenza stessa. In particolare, la scomparsa del leader dei Motorhead ha un eco planetario, che raggiunge anche ascoltatori occasionali di musica, a ulteriore testimonianza dell’iconicità di una delle figure più importanti di ogni tempo nel mondo del Rock.

Si piange anche la dipartita di Pino Daniele, BB King e Mike Porcaro, oltre alla tragica conclusione del release party dei Goodbye To Gravity, band rumena metalcore essa stessa decimata insieme ai propri fan in seguito a un devastante incendio scoppiato nel locale in cui si teneva la celebrazione.

Ci sono però anche note decisamente positive in un anno davvero difficile: su tutti resterà nella storia l’impresa dei Rockin 1000, avventura che vede mille musicisti riuniti, suonare a Cesena un brano dei Foo Fighters. La band di Dave Grohl (che durante il tour estivo si fracassa una gamba volando dal palco…decidendo comunque di finire il concerto e di continuare la tournèe) risponderà sconvolta da quanto visto su YouTube e andrà a suonare un concerto ultra-esclusivo proprio a Cesena. L’ennesima dimostrazione che la passione per il Rock non morirà mai.

Il Rock per l’appunto si gode anche il ritorno nei negozi dei mostri sacri David Gilmour, Iron Maiden, Faith No More e Def Leppard, mentre i tour di AC/DC, Dave Matthews, U2, Florence+The Machine, Sting (per alcune date insieme a Paul Simon), Glen Hansard, Linkin Park e anche Motley Crue e Slayer fanno a vari livelli il pieno di pubblico e consensi. Rimanendo nella frangia più dura del Rock, i Bring Me The Horizon si prendono la classifica di Billboard, mentre gli Slipknot fanno da headliner in ogni festival peso del mondo.

Nel mondo si parla anche di una imminente reunion dei Guns N’ Roses, ma di questo parleremo nel 2016. Parleremo nel 2016 e per gli anni a venire anche di Adele, che ritorna sul mercato con un disco che sfascia ogni classifica di vendita e un tour che arriverà anche in Europa.

L’industria discografica pop si giova anche del ritorno di Justin Bieber, meno teen idol e più popstar propriamente detta. E’ l’anno anche di Drake e Kendrick Lamar, mai così in alto nelle chart. Skrillex e Diplo non stanno con le mani in mano, mentre Taylor Swift incassa tonnellate di paperdollari con il suo tour USA.

A livello di tour Ed Sheeran si pappa per tre volte di fila lo stadio di Wembley, Madonna torna a fare concerti in Europa, fanno lo stesso Ariana Grande e Katy Perry, nella corsa al trono del pop femminile che vede in pausa (ancora per quanto?) Rihanna, Beyoncè e Lady Gaga. Corsa che vede nelle retrovie l’inserimento di Grimes, vicino a una Lana Del Rey che perde posizioni. Il culmine del mainstream pop tuttavia accade a Milano, città che ospita gli EMA di Mtv a fine ottobre, evento che, tra le altre cose, ripropone anche i Duran Duran sul palco allestito in Piazza del Duomo.

Rimanendo in Italia, i due eventi clamorosi sono la reunion di Al Bano e Romina Power (durante un Sanremo dominato da Carlo Conti conduttore e vinto da Il Volo con il loro tenor-pop terrificante ma da esportazione mondiale) e l’immenso Campovolo di Ligabue.

I tour estivi di Vasco (re dei biglietti staccati al botteghino ma non è una novità), Jovanotti e Tiziano Ferro, e quello autunnale di Cremonini, evidenziano la crescita degli ultimi due a un livello difficilmente immaginabile anche solo cinque anni fa. Non mollano Max Pezzali, Negramaro e Subsonica, mentre nel frattempo, se le più giovani svalvolano per i The Kolors e Stato Sociale, J-Ax torna sul trono del rap per tutti con un disco e un tour che non hanno difetti apparenti.

Rap nazionale che, da un certo punto di vista, intraprende una svolta verso un ritorno alle origini. A guidarlo, manco a dirlo, Salmo e la sua Machete Crew. Non stanno più a guardare nemmeno pesi massimo come Fabri Fibra e Marracash, mentre crescono e benissimo Nitro, Madman ed Ensi. Nell’indie, assistiamo all’affermazione definitiva delle Luci della centrale elettrica, mentre la crescita di fenomeni come Colapesce, I cani e Iosonouncane sono indicativi di un mercato in continuo fermento.