Il 2018, così come i suoi predecessori, continua a essere un anno di grave instabilità, politica, economica e sociale. Se da un lato la strategia del terrore dell’ISIS sembra perdere forze, limitandosi a qualche sporadico attentato (come quello di Carcassonne e Trèbes del 23 marzo), dall’altro la situazione in Medio Oriente (in particolar modo in Siria) e in Sud America vede un netto peggioramento, così come le scelte poco popolari del Governo Trump soprattutto in merito al tema dei migranti.
Durante i primi mesi del 2018 inoltre, è stato sfiorato un botta e risposta nucleare tra Stati Uniti e Nord Corea, potenzialmente devastante per le sorti del mondo intero. Vladimir Putin viene rieletto Presidente della Federazione Russa per la quarta volta, e il 4 marzo si svolgono le elezioni politiche in Italia, a cui è seguita una crisi istituzionale durata 89 giorni (la più lunga della storia repubblicana), al termine dei quali il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo a Giuseppe Conte, giurista designato come premier di un governo di coalizione tra Movimento 5 Stelle e Lega.
Tra il 23 e il 26 luglio scoppia una lunga serie di terribili incendi nella regione greca dell’Attica, calamità destinata a devastare anche la California nel mese di novembre, guadagnandosi il record di roghi più vasti e mortali della storia dello Stato nordamericano.
Il 14 agosto si verifica il crollo di una sezione dello storico ponte Morandi a Genova, causando la morte di 43 persone. La pratica ignobile dell’utilizzo inappropriato dello spray al peperoncino durante i concerti rap e trap provoca l’uccisione di sei persone e il ferimento di altre 59 pronte ad assistere a un’ospitata di Sfera Ebbasta in una discoteca di Corinaldo (in provincia di Ancona) nella notte tra il 7 e l’8 dicembre.
L’ultimo mese dell’anno ha visto anche centinaia di vittime in seguito a un devastante tsunami causato da una massiccia eruzione del vulcano Krakatoa in Indonesia.
Nel 2018 ci hanno lasciato moltissimi protagonisti della politica, della scienza, dello spettacolo e dello sport nazionale e internazionale, tra cui citiamo Dolores O’Riordan, “Fast” Eddie Clarke, Pat Torpey, Davide Astori, Stephen Hawking, Avicii, Ermanno Olmi, Anthony Bourdain, XXXTentacion, Joe Jackson, Vinnie Paul, Sergio Marchionne, Aretha Franklyn, Kofi Annan, Mac Miller, Charles Aznavour, Stan Lee, Bernardo Bertolucci e George H. W. Bush.
Ma per fortuna, il 2018 non è stato solo un anno di pessime notizie. Il 24 marzo infatti si è svolta la “March for Our Lives”, una manifestazione contro il possesso di armi che si è tenuta contemporaneamente in più città statunitensi. “Black Panther”, la prima pellicola incentrata su un supereroe di colore, è stata anche il primo film ad essere trasmesso nei cinema dell’Arabia Saudita dal 1983.
Il 3 maggio l’ETA, l’associazione terrorista separatista basca, annuncia il suo scioglimento. Il Principe Harry e l’attrice Meghan Markle si sposano il 19 maggio davanti a un’audience di 1.9 miliardi di telespettatori. Sempre a maggio il regolamento generale sulla protezione dei dati (meglio noto come GDPR) entra in vigore con l’intenzione di rafforzare e rendere più omogenea la protezione dei dati personali di cittadini dell’Unione europea, e l’Irlanda dice finalmente sì alla legalizzazione dell’aborto.
A luglio la Francia vince i Mondiali di calcio in Russia e il Canada diventa il primo Stato al mondo a legalizzare la marijuana per uso ricreativo, mentre in Arabia Saudita è concesso di guidare anche alle donne. Il 26 novembre, la Sonda InSight atterra con successo sulla superficie di Marte, dando origine a una nuova frontiera per le ricerche nello spazio.
Passando alla musica, nel 2018 abbiamo assistito al solito tripudio di uscite discografiche, tra ritorni, conferme e sorprese. Il rock internazionale ha visto (tra gli altri) i nuovi lavori di A Perfect Circle, Alice In Chains, Anna Calvi, Arctic Monkeys, David Byrne, Greta Van Fleet, Jack White, Lenny Kravitz, Muse, Paul McCartney e Slash featuring Myles Kennedy and The Conspirators.
Il rap e il pop internazionale hanno fatto numeri grandissimi (soprattutto il rap, grazie ai record di Drake nel mondo, e in Italia di Sfera Ebbasta, che fa segnare successi clamorosi anche nelle chart di streaming internazionale complici produzioni di livello planetario) con le uscite di Anderson Paak, Ariana Grande, Camila Cabelo, Cardi B, Charlie Puth, Dua Lipa, Eminem, Imagine Dragons, Janelle Monae, Justin Timberlake, Kanye West e Kid Kudi, Lil Wayne, Nicki Minaj, Shawn Mendes e Twenty One Pilots.
A livello globale (e quindi anche in Italia), il 2018 è stato l’anno della trap, consacrata universalmente da Post Malone, XXXTentacion e Travis Scott e ulteriormente diffusa in territorio nostrano dai tour nei palazzetti di Ghali e dalle hit di molti colleghi come Achille Lauro e Sfera Ebbasta.
Lo spopolamento globale della trap e dell’autotune ha causato anche interessanti conseguenze social. Molti fan del genere (per lo più pre-adoloscenti), lasciano Facebook rivolgendosi piuttosto a Youtube e Instagram dove spopolano le webzine settoriali, una moderna versione delle fanzine rock underground degli anni ottanta.
Cambia ancora una volta anche la fruizione della musica stessa. In un mondo discografico basato sullo streaming la soglia di attenzione per i dischi interi è oramai bassissima e la maggior parte degli artisti puntano paradossalmente a inserire più pezzi possibili in un album per aver più chance di posizionare singoli brani nelle chart e ottenere un numero maggiore di dischi d’oro.
Facendo una piccola incursione nel mondo del cinema, il successo planetario di “A Star Is Born” (con Lady Gaga e Bradley Cooper) e soprattutto del biopic “Bohemian Rhapsody”, oltre che dei concerti di Bruce Springsteen e Taylor Swift proposti in streaming su Netflix, fanno ben pensare a un futuro in cui musica e cinema possono convivere in una nuova forma di vita.
Continua inarrestabile l’ascesa degli eventi estivi in Italia con il primo concerto di Eminem in assoluto in territorio nostrano, tenutosi a Milano, seguito da Firenze Rocks e Imagine Dragons a Milano Rocks, oltre ai tour nei palazzetti e open air di Pearl Jam, U2 e Roger Waters.
La musica live made in Italy gode di sorti altrettanto positive, in particolar modo per i veterani come Laura Pausini (la prima donna a esibirsi al Circo Massimo), Vasco Rossi, Caparezza, Cesare Cremonini (sia nei palazzetti che negli stadi), ma anche per tante nuove leve come Maneskin (esibitisi per il momento solo nei club) e Thegiornalisti, oltre a sdoganare del tutto il rap nei palazzetti con i concerti per esempio di Salmo (che si esibisce suonando con una band e non basandosi su dj e autotune, oltre a dare alle stampe “Playlist”, il suo album dei record sia per la campagna promozionale che ne ha preceduto l’uscita sia per il successo commerciale) e l’indie di Calcutta all’arena di Verona e negli stadi. J-Ax e Fedez a San Siro con La Finale registrano il record assoluto di paganti per data singola al Meazza.
Ricordiamo doverosamente i gravi problemi di salute di Emanuele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, che hanno causato uno slittamento del tour della band salentina dall’autunno del 2018 a metà febbraio del prossimo anno.
Non si ferma il Festival di Sanremo, che per la sua sessantottesima edizione si è svolto dal 6 al 10 febbraio 2018 ed è stato condotto da Claudio Baglioni (che ne è stato anche il direttore artistico), Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino. I vincitori del Festival sono stati Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, mentre per la sezione Nuove Proposte il vincitore è stato Ultimo (vero e proprio protagonista assoluto delle prevendite per il suo tour che prevede in schedule anche una data allo Stadio Olimpico di Roma nel 2019) con il brano “Il ballo delle incertezze”. Con una media del 52,16% di share è risultata l’edizione più seguita del Festival dal 2005.
Se da un lato prosegue inesorabile la parabola discendente dei talent (della passata edizione di X Factor molto probabilmente si ricorderà con più facilità negli anni l’esclusione di Asia Argento per un presunto scandalo sessuale e la sua sostituzione in giuria con Lodo Guenzi) e di moltissimi vincitori delle scorse edizioni (note eccezioni a parte), la discografia italiana continua a godere di ottima salute. Tra le uscite più importanti citiamo Elisa, Marco Mengoni, Ermal Meta e Luca Carboni, mentre non accenna a fermarsi l’irresistibile successo in coppia di indie e rap (e trap) con le ultime uscite da una parte di Calcutta, Thegiornalisti, Gazzelle, e dall’altra di Salmo, Nitro, Noyz Narcos, Dark Polo Gang.
Sul fronte lotta al bagarinaggio (argomento caldo almeno dal 2016) il clima non è dei più sereni, considerato lo scontro in atto tra i promoter sulla questione biglietto nominale e la prosecuzione dell’inchiesta su secondary ticketing.