Negli anni Novanta la produzione di Tom Waits si fa parchissima; appena tre album in studio, uno dei quali (“The Black Rider” del 1993) raccoglie canzoni scritte per uno spettacolo teatrale. Scelta saggia, tuttavia...
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Laddove “Swordfishtrombones” rappresentava un meraviglioso saggio di discontinuità e trasbordava l’artista al di là delle Colonne d’Ercole, in “Rain Dogs” Waits fissa al meglio la sua...
Si tratta, probabilmente, del primo disco in cui la genialità frammentaria e pulviscolare di Tom Waits, da Pomona, contea di Los Angeles, riesce a manifestarsi in modo del tutto convincente. I brani di “Small Change”...
Tom Waits torna con un album d’inediti a sette anni di distanza dal ‘rumorista’ “Real Gone“, e lo fa con il suo miglior lavoro dai tempi di “Mule Variations” (1999). “Bad As Me” è un lavoro dall’estrema...
L’unica minima critica che, forse, si potrebbe muovere a “Mule Variations” è la sua eccessiva prolissità (70 minuti). Ma è pure vero che su 16 brani nessuno è un filler, tutti partecipano del grandissimo...
Con questo disco Tom Waits si distacca nettamente dal blues jazzato da night club che l’aveva contraddistinto sino ad allora per lanciarsi nell’ignoto. “Swordfishtrombones” rappresenta davvero un lasciarsi...
Dopo le atmosfere noir di “Foreign Affairs” (1977), Tom Waits approda al capolavoro del suo primo periodo, quello ad alta densità jazz e blues, quello che guarda ai night club più sperduti e sgangherati come ultime...